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La banda dell’attacco dell’11 settembre

Smascherare la rete criminale sionista regista dell’attentato dell’11 settembre e della “Guerra al terrorismo”

di Christopher Bollyn

7 dicembre 2006

[l’originale è qui ]

Fotografia: La Global Technology Partners; in particolare, William Perry, seduto al centro; John M. Deutch, in piedi al centro, dietro William Perry, con un maglioncino azzurro; Ashton B. Carter, in piedi, il primo da sinistra.

Esattamente 65 anni fa i bombardieri giapponesi lanciarono un attacco a sorpresa di primo mattino contro la flotta statunitense a Pearl Harbor uccidendo circa 2.400 marinai e portando gli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Il giorno dopo il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt definì quel giorno del 7 dicembre 1941 “una data che vivrà nell’infamia” mentre chiedeva al Congresso degli USA una dichiarazione di guerra contro il Giappone.

Anche l’11 settembre 2001 è una data che vivrà nell’infamia. Come per l’attacco a Pearl Harbor, l’attentato dell’11 settembre è stato un attacco a sorpresa per la maggior parte degli statunitensi, ma non per per tutti.

Come per l’attacco giapponese alla flotta statunitense, l’attentato dell’11 settembre è stato un evento catastrofico e trasformatore che portò gli Stati Uniti in guerra: la cosiddetta “Guerra al terrorismo.”

A differenza dell’attacco a Pearl Harbor tuttavia, l’attentato dell’11 settembre non è stato commesso da un nemico facilmente identificabile. Nonostante le dichiarazioni del presidente George W. Bush e dei funzionari di alto livello del governo statunitensi, le prove concrete che inchioderebbero la responsabilità dei catastrofici attacchi terroristici dell’11 settembre sui 19 arabi muniti di tagliacarte non si sono ancora viste.

Nonostante i vari rapporti e commissioni sugli eventi dell’11 settembre 2001 finanziati dal governo statunitense, quegli attacchi e la relativa distruzione non sono stati ancora indagati. La Federal Bureau of Investigation [FBI, ndt] non ha ancora pubblicato le prove che ha, o che dovrebbe avere, a supporto della posizione presa dal governo USA secondo cui a perpetrare quegli attacchi sarebbero stati 19 arabi che lavoravano con Al-Qaeda.

A oggi, l’FBI non ha nemmeno fornito prove fisiche che identifichino gli aerei coinvolti negli attacchi, nonostante debba esserci un congruo numero di parti identificabili di quegli aeroplani nei 4 luoghi dove sono avvenuti gli schianti (*). Chiaramente l’FBI non è interessata a fornire informazioni sull’attentato dell’11 settembre né alla nazione, né al pubblico.

(*) In aviazione, essendo stabilita la prassi della manutenzione preventiva, molti componenti degli aerei, in particolare dei motori, hanno codici identificativi per permettere di avere documentazione relativa alla loro condizione riscontrata nelle ispezioni e al loro utilizzo, ndt.


CHI È CHE HA IL CONTROLLO?

Allora, che cosa sta succedendo? Perché gli attacchi terroristici più catastrofici della storia degli USA non sono indagati e perché l’interpretazione degli attacchi è lasciata ai mezzi di comunicazione di massa e ai politici, i quali, entrambi, sono sotto il controllo di terzi? Chi è che ha il potere di manovrare i mezzi di comunicazione di massa, il governo USA, e l’FBI in modo da celare la verità su ciò che è veramente successo quell’11 settembre?

Comprendere chi siano veramente i registi dell’attacco dell’11 settembre richiede un’indagine esaustiva sui soggetti chiave che hanno avuto un ruolo in quell’attentato o che hanno avuto il controllo della non-indagine, e della successiva “interpretazione” spinta dai mezzi di comunicazione di massa, di quell’attacco terroristico.

Oggi, a 5 anni e 3 mesi da quell’11 settembre, siamo in grado di dare uno sguardo al passato e vedere chi erano coloro i quali ricoprivano questi ruoli chiave. Troviamo un piccolo gruppo di individui legati a una rete sionista globale, connessi da legami familiari, etnici, e di affari a una rete organizzata dedita al sostegno dello stato di Israele e ai suoi piani.

Facendo luce sui membri di questa rete sionista, sulle loro connessioni all’attentato dell’11 settembre, e sulla cosiddetta “Guerra al terrorismo,” siamo in grado di identificare gli architetti capi, i subappaltatori, e gli addetti ai lavori che hanno perpetrato gli attacchi terroristici a bandiera falsa dell’11 settembre 2001.


GLI ARCHITETTI

Poco dopo quell’11 settembre ho parlato con Eckehardt Werthebach, ex-presidente del servizio segreto interno della Germania, il Verfassungsschutz, il quale mi ha detto che “la precisione mortale” e “l’entità della pianificazione” sottostanti tale attacco richiedono necessariamente “anni di pianificazione.”

Un’operazione tanto sofisticata, ha detto Werthebach, richiede l’“intelaiatura fissa” di un’organizzazione di servizi segreti di una nazione, qualcosa assente in un “gruppo sciolto” di terroristi quali quello presumibilmente guidato da Mohammed Atta.

Ci devono essere stati molti individui coinvolti nella pianificazione di un’operazione del genere, ha aggiunto Werthebach. Werthebach ha fatto notare inoltre che l’assenza di fughe di notizia è un’ulteriore indicazione che quell’attacco è stato “un’operazione organizzata da uno stato.”

Andreas von Bülow (*), ex-parlamentare tedesco, ha prestato servizio alla commissione sovrintendente ai 3 rami del servizio segreto tedesco dal 1969 al 1994. Nell’autunno 2001 von Bülow mi ha detto di credere che il regista degli attacchi dell’11 settembre fosse il servizio segreto israeliano, il Mossad. Questi attacchi, ha detto, sono stati perpetrati per volgere l’opinione pubblica contro gli arabi e per fare aumentare molto, e repentinamente, le spese militari e per la sicurezza.

“Quelli ai livelli alti non si vedono,” ha detto von Bülow, referendosi alla “struttura dell’architettura,” ovvero le menti che hanno ordito un attacco terroristico del genere. A questo livello, ha affermato, l’organizzazione, quale il Mossad, responsabile della pianificazione è interessata principalmente a influenzare l’opinione pubblica.

Chi pianifica l’architettura [di un tale attacco] usa individui corrotti sul genere “gun for hire” (*) in modo che la colpa ricada sul bersaglio desiderato. I terroristi che hanno effettivamente commesso quel crimine sono ciò che von Bülow chiama “il livello operativo,” quali i 19 arabi accusati di avere dirottato gli aeroplani coinvolti nell’attentato dell’11 settembre.

“Il 95% del lavoro dei servizi segreti nel mondo consiste in inganni e in disinformazione,” ha detto von Bülow, poi ampiamente diffusi dai principali mezzi di comunicazione di massa per creare una versione accettata degli eventi.

“I giornalisti non sollevano nemmeno le domande più semplici,” ha affermato, aggiungendo, “Coloro che si scostano [dalla versione ufficiale] sono bollati come folli.”

(*) In base a sviluppi successivi sembra che anche Andreas von Bülow faccia parte della rete criminale giudaica, ndt.
(**) Si fa riferimento al libro Abu Nidal: A Gun for Hire / The Secret Life of the World’s Most Notorious Arab Terrorist [letteralmente, Abu Nidal: Un’arma da fuoco in affitto / La storia segreta del più famigerato terrorista arabo] di Patrick Seale, nel quale si mostra che il famoso terrorista palestinese Abu Nidal, responsabile tra l’altro della strage di Fiumicino del 1985, lavorasse segretamente per gli israeliani, ndt.



“ANNI DI PIANIFICAZIONE”

Gli “anni di pianificazione” ai quali Eckehardt Werthebach si riferiva sono ovvi a chiunque abbia letto la vera storia dell’attacco dell’11 settembre. I piccoli attacchi a bandiera falsa che hanno preceduto quell’azione terroristica catastrofica che è stata l’attentato dell’11 settembre erano finalizzati a instillare nelle menti del pubblico la paura di un attacco agli Stati Uniti di proporzioni ingenti.

Gli ugualmente sospetti, e per i quali le rispettive versioni ufficiali non sono state dimostrate, attacchi, quali l’attentato dinamitardo all’edificio federale [Alfred P. Murrah] a Oklahoma City [nel 1995] e il primo attacco al World Trade Center [nel 1993], erano intesi a preparare l’opinione pubblica per “l’evento trasformatore” che sarebbe stato l’attacco dell’11 settembre.

A livello accademico, gli architetti dell’attentato dell’11 settembre hanno lavorato sull’opinione pubblica fin dalla metà degli anni 1980 sia per preparare le élite politiche e i mezzi di comunicazione di massa a un attacco terroristico catastrofico sul suolo statunitense, che per focalizzare l’attenzione su come gli USA avrebbero dovuto rispondere a un attacco del genere.

Probabilmente è Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano della linea dura e che ha studiato negli USA, l’architetto più notevole del terrorismo e della cosiddetta “Guerra al terrorismo.” Nel 1986 Netanyahu, un sionista dell’ideologia di Jabotinsky del partito israeliano di destra Likud, pubblicò un libro intitolato Terrorism: How the West Can Win [letteralmente, Terrorismo: come l’Occidente può vincere] nel quale espose esattamente il piano per ciò che è divenuta la “Guerra al terrorismo” in Iraq e in Afghanistan. Il libro di Netanyahu, e la sua tesi seriamente difettosa e razzista, è stato riscritto, ristampato, e diffuso ad nauseam.

La tesi di Netanyahu è che Israele è attaccata da “terroristi” solamente perché è “occidentale e democratica,” come le nazioni europee e gli Stati Uniti. Per questo motivo, dice Netanyahu, gli statunitensi, e gli europei dovranno unirsi nella lotta contro coloro che si oppongono allo stato sionista di Israele.

Nella visione distorta del mondo che è quella di Netanyahu, le lagnanze e le aspirazioni nazionalistiche dei palestinesi non hanno spazio e né merito. I palestinesi e gli arabi sono semplicemente “terroristi,” dice, che l’Occidente deve combattere, come stiamo facendo ora [noi israeliani]. Leggendo la stampa controllata o ascoltando gli esperti nei mezzi di comunicazione di massa, è chiaro che questi [esperti] sono agenti chiave della propaganda sionista e come tali andrebbero considerati responsabili per avere ingannato gli Stati Uniti nel combattere guerre costose e disastrose contro i nemici di Israele.


“TERRORISMO CATASTROFICO”

Altri agenti, molti dei quali statunitensi altolocati, hanno spinto chiaramente quel piano, in risposta a un attacco terroristico catastrofico, che chiamiamo “Guerra al terrorismo,” molto prima che si verificasse l’attentato dell’11 settembre.

Sono 3 gli autori di un articolo pubblicato nel 1998 in Foreign Affairs [letteralmente, Affari stranieri], la pubblicazione bimestrale del Council on Foreign Relations, nella quale sono stati stilati i cambiamenti necessari all’interno del governo statunitense nella scia di un “terrorismo catastrofico.” “Terrorismo catastrofico” è anche la traduzione del titolo di quell’articolo.

L’articolo Catastrophic Terrorism [letteralmente, Terrorismo catastrofico], scritto da Ashton B. Carter, John M. Deutch, e Philip D. Zelikow, è apparso nell’ultimo numero del 1998 della rivista Foreign Affairs. Esso inizia con lo strano sottotitolo “Immaginare l’evento trasformatore,” come se ciò che in effetti gli autori desideravano fosse una trasformazione del governo statunitense e del modo di vivere statunitense.

Gli autori di quell’articolo, al pari di Netanyahu, non menzionano nemmeno le cause politiche del terrorismo. Non sono nemmeno sfiorati dall’idea di comprendere le cause del terrorismo per impedire che esso si manifesti. No, questi 3 architetti sono indaffarati a “immaginare l’evento trasformatore” — e a come reagire a tale evento.

Quell’articolo è chiaramente un documento di livello architettonico, il cui scopo è spiegare che cosa dovrebbe essere fatto nel caso si verifichi un attacco terroristico catastrofico che i suoi autori “immaginano.” Per questo motivo, gli autori meritano di essere indagati per vedere che tipo di relazione potrebbero avere con coloro i quali hanno perpetrato quell’attacco a bandiera falsa che è stato l’attentato dell’11 settembre.


“COME UNA PEARL HARBOR”

“Un terrorismo catastrofico è passato da uno scenario di orrore, tanto incredibile da essere estremamente improbabile, a uno stato di contingenza di un qualcosa che potrebbe accadere il mese prossimo,” avverte il loro scritto. “Gli Stati Uniti, benché continuino a prendere in seria considerazione il terrorismo convenzionale, … non sono ancora preparati per la nuova minaccia di un terrorismo catastrofico.”

Gli attentati dinamitardi nell’Africa Orientale hanno ucciso centinaia di persone. Un attacco con armi di distruzione di massa che riuscisse potrebbe certamente mietere migliaia o perfino decina di migliaia di vite. Se il dispositivo che è esploso nel 1993 sotto il World Trade Center fosse stato nucleare, o avesse disperso in modo efficace agenti patogeni mortali, l’orrore e i disordini risultanti avrebbero superato la nostra capacità di descrizione.

Un tale atto di terrorismo catastrofico sarebbe un evento di svolta nella storia degli Stati Uniti. Potrebbe risultare in perdita di vite umane e di proprietà a livelli mai visti in precedenza in tempi di pace, oltre a minare il fondamentale senso di sicurezza degli USA, proprio come fece il collaudo della bomba atomica sovietica nel 1949. Al pari dell’attacco a Pearl Harbor, un tale evento dividerebbe il nostro passato dal nostro futuro in un prima e in un dopo.

Gli Stati Uniti potrebbero rispondere con misure draconiane, riducendo le libertà civili, permettendo una sorveglianza più stretta dei cittadini, la detenzione degli individui sospetti, e l’utilizzo mortale della forza. Potrebbero seguire altre violenze, sia altri attacchi terroristici che contrattacchi da parte degli USA. Tardivamente, gli statunitensi giudicheranno i loro capi negligenti per non avere affrontato con maggiore urgenza la questione del terrorismo.

Con una prescienza stupefacente, gli autori avevano ragione su tutte le 8 conseguenze che hanno detto “potrebbero” accadere come risultato di un attacco di “terrorismo catastrofico” come quello a Pearl Harbor.

Gli autori proseguono raccomandando specificatamente ciò che il governo statunitense dovrebbe fare sulla scia di un evento di “terrorismo catastrofico,” e concludono definendo quest’ultimo “una minaccia notevole.”

• Il governo statunitense dovrebbe avere l’autorità di tenere sotto controllo qualsiasi gruppo e le relative possibili nazioni finanziatrici che potrebbero avere un motivo e i mezzi per utilizzare le armi di distruzione di massa;

• Gli Stati Uniti avrebbero bisogno di una nuova istituzione per raccogliere informazioni di pertinenza dei servizi segreti su un atto di terrorismo catastrofico — un centro per i servizi segreti dediti al contrasto del terrorismo nazionale — che raccogliesse e analizzasse le informazioni in modo da potere segnalare in anticipo la preparazione di atti di terrorismo catastrofico;

• Washington ora dovrebbe collaborare con le altre nazioni per estendere le proibizioni contro lo sviluppo o il possesso di armi di distruzione di massa;

• Le norme internazionali dovrebbero essere adattate cosicché gli stati siano obbligati a riassicurare le altre nazioni che prenderanno in seria considerazione la questione, attuando provvedimenti ragionevoli che dimostrino che non stanno sviluppando segretamente armi di distruzione di massa. La mancata esibizione di tali prove o la mancata persecuzione dei criminali che vivono entro i loro confini dovrebbe autorizzare tutte le nazioni preoccupate della cosa a prendere tutti i provvedimenti necessari per la propria difesa;

• Come obbiettivo a lungo termine gli Stati Uniti dovrebbero aspirare all’identificazione di tutte le persone e di tutte le navi da trasporto merci che entrano nella nazione;

• Gli Stati Uniti dovrebbero supportare un sistema che assicuri che i passaporti di tutte le nazioni siano leggibili dai computer, e che tutte le stazioni di controllo di tutte le nazioni siano collegate a un [unico] archivio.

Nello stesso numero di Foreign Affairs in cui è apparso il saggio presciente sul “terrorismo catastrofico” c’è un altro saggio sulla “licenza di uccidere” di Osama bin Laden scritto da Bernard Lewis [ebreo, ndt], il cervello sionista britannico del mondo accademico. Dopo avere letto l’articolo di Lewis, in cui viene detto che Osama bin Laden ha esortato i mussulmani a “uccidere gli statunitensi e saccheggiarne i possedimenti ovunque si trovino e tutte le volte che si riesce” non possono esserci dubbi su chi dovrebbe essere il primo sospettato dietro qualsiasi evento di “terrorismo catastrofico.”

Chi sono quindi gli autori di questo articolo presciente su come gli USA dovrebbero rispondere a un atto di “terrorismo catastrofico?”


ASHTON B. CARTER

Ashton B. Carter è professore di scienze e affari internazionali finanziato dalla fondazione Ford Foundation alla John F. Kennedy School of Government [letteralmente, Scuola di governo intitolata a John F. Kennedy] dell’università Harvard University ed ex-sottosegretario alla Difesa statunitense [nel testo, Assistant Secretary of Defense]. Il saggio del 1998 di cui è coautore insieme a Deutch e Zelikow fu pubblicato in un libro scritto con William Perry intitolato Preventive Defense: An American Security Strategy for the 21st Century [letteralmente, Difesa preventiva: una strategia per la sicurezza statunitense nel 21° secolo].

Carter è anche un membro del comitato fiduciario [nel testo, Board of Trustees] della MITRE, nella quale è stato un membro fiduciario [nel testo, trustee] dal 1988 al 1993. La MITRE Corporation è una delle principali ditte appaltatrici nel settore della difesa degli USA con sede a Bedford, nel Massachusetts, diretta dal dott. James Rodney Schlesinger, ex-capo della CIA.  i sistemi di comunicazione, comando, e controllo (*) della MITRE evidentemente non hanno funzionato a dovere in occasione dell’attentato dell’11 settembre: qualcosa che merita di essere indagato.

Vedere il seguente articolo sulla MITRE:
Bollyn-MITRE-I.html

Dal 2001 al 2002, Carter ha fatto parte del National Academy of Sciences Committee on Science and Technology for Countering Terrorism [letteralmente, Comitato dell’accademia nazionale delle scienze sulla scienza e sulla tecnologia per il contrasto al terrorismo] ed è stato consigliere per il Department of Homeland Security (**).

Carter è anche uno dei soci principali dell’azienda Global Technology Partners LLC [letteralmente, Soci di tecnologia globale] (GTP), della quale William J. Perry è il direttore. Anche John Mark Deutch, ex-capo della CIA e coautore dell’articolo in questione, è uno dei soci principali della Global Technology Partners.

(*) Le funzioni comando, controllo, e comunicazioni (in inglese, Command, Control, Communications), sono indicate con C3, ndt.
(**) Il Department of Homeland Security (DHS), letteralmente, Dipartimento della sicurezza della patria, è un analogo statunitense del ministero degli interni in Italia, ndt.


UNA SOCIETÀ AFFILIATA AL GRUPPO ROTHSCHILD GROUP

Che cos’è la Global Technology Partners LLC? Si tratta di una “società affiliata esclusivamente alla Rothschild North America e costituita per eseguire acquisizioni di aziende nel settore della tecnologia, della difesa, e aerospaziale, ed effettuare investimenti in tali settori,” secondo una descrizione biografica sommaria di Paul G. Kaminski, uno dei soci principali di quella società.

Altrove è descritta come “una banca di investimento, analoga a una boutique ma rivolta ai settori aerospaziale e della difesa, affiliata al gruppo Rothschild Group” o “un’azienda di servizi professionali associata al gruppo di banche di investimento Rothschild Group.”

Ashton B. Carter, John M. Deutch, William J. Perry, e altri compari della Global Technology Partners dunque lavorano per e con i Rothschild, ovvero quella famiglia di ebrei finanzieri di vari governi nonché fondatori dello stato di Israele.

 
JOHN MARK DEUTCH

Ciò spiega come Deutch, che è nato in Belgio, e suo padre, che nato in Russia e trasferitosi negli Stati Uniti solamente nel 1940, siano avanzati tanto velocemente nella struttura di potere di Washington.

Michael J. Deutch, il padre di Deutch, nacque a Smolensk, in Russia, nel 1907. La famiglia Deutch venne negli Stati Uniti nel 1940 dove Michael divenne velocemente vice-direttore del War Production Board [letteralmente, Consiglio per la produzione in tempi di guerra], incaricato di produrre gomma sintetica.

Un articolo del 27 dicembre 1946 apparso nel Chicago Tribune e intitolato List Alien «Rulers» in U.S. [letteralmente, Lista degli stranieri che “governano” negli USA] elencava alcuni nomi degli stranieri, trovati in un rapporto segreto di 71 pagine, che avevano ricevuto incarichi di alto livello nel governo [degli USA] ai tempi della guerra [la Seconda Guerra Mondiale, ndt]. Michael J. Deutch era uno di quei nome. “La corrispondenza intercorsa tra il segretario agli interni e l’Office of War Mobilization [letteralmente, Ufficio di mobilitazione per la guerra] indica che Deutch fu promosso da qualcuno a forza di spinte di vigore inusuale,” diceva quel rapporto segreto della commissione della Camera dei deputati degli USA sulle attività anti-statunitensi.

Michael Deutch era un ebreo russo la cui famiglia presumibilmente “si trasferì in Belgio per fuggire dalla rivoluzione bolscevica.” Michael studiò ingegneria chimica in Belgio e ivi sposò Rachel Fischer, la figlia di Jean “Yonah” Fischer, un mercante di diamanti di Anversa che gestiva la federazione sionista del Belgio. Questa connessione potrebbe spiegare perché Deutch fu promosso tanto velocemente quando arrivò a Washington.

Yonah Fischer, il nonno materno di John Deutch, fu un sionista eminente nonché amico di Chaim Weizmann, il primo presidente israeliano. Fischer fu un sionista di rango molto alto nella rete militare-politica internazionale che ruota attorno a Londra. Yonah ebbe parecchi affari commerciali in Palestina / Israele e fondò addirittura una città alla quale diede il proprio nome: Kefar Yonah.

John Deutch ha coperto una delle cariche di direttore di Citigroup e di Citibank dal 1987. È anche professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT).


PHILIP D. ZELIKOW

Philip David Zelikow è in mezzo a tutto l’attacco dell’11 settembr, alle relative conseguenze, e alle successive guerre nel Medio Oriente. Zelikow, 3 anni dopo avere messo in guardia dal “terrorismo catastrofico,” è diventato direttore esecutivo della Commissione d’inchiesta sull’attentato dell’11 settembre, un lavoro di insabbiamento commissionato dal governo statunitense che non ha affrontato affatto le domande chiave e le prove critiche relative all’attacco terroristico dell’11 settembre.

Zelikow, di Houston, nel Texas, ha prestato servizio nella squadra di transizione del presidente statunitense George W. Bush nel 2001. Zelikow, dopo l’assunzione dell’incarico di presidente degli USA da parte di George W. Bush, è stato nominato presidente del Foreign Intelligence Advisory Board [letteralmente, Consiglio di consulenza in ambito estero per i servizi segreti], e ha prestato servizio al National Commission on Federal Election Reform [letteralmente, Commissione nazionale sulla riforma delle elezioni federali], che ha prodotto quella legge estremamente lacunosa che è stata l’Help America Vote Act (*) del 2002.

Zelikow è stato funzionario in carriera al Foreign Service (**) in missione all’estero e ha prestato servizio presso il National Security Council [letteralmente, Consiglio di sicurezza nazionale]. Più recentemente, Zelikow è stato un membro dello Iraq Study Group [letteralmente, Gruppo di studio dell’Iraq], gruppo che fingeva di studiare ciò che è andato male in quella guerra contro l’Iraq disastrosa, illegale, e mal consigliata alla quale [negli USA] i neo-conservatori ebrei sionisti, i mezzi di comunicazione di massa controllati, e l’amministrazione Bush hanno spinto tanto energicamente.

Zelikow, nipote [i.e. figlio di un / una figlio / figlia, ndt] di un sarto immigrato ebreo russo, è molto vicino al segretario di stato statunitense Condoleezza Rice. Di costei è stato il gestore legale e gestore per conto dei sionisti. Zelikow ha preso parte al National Security Council nell’amministrazione di George H. W. Bush, contemporaneamente a Condoleezza Rice. Solo di recente Zelikow si è dimesso dalla carica di consigliere del Dipartimento di stato statunitense, che ha servito in qualità di alto consigliere politico per il segretario di stato statunitense.

(*) L’Help America Vote Act è una legge statunitense introdotta sotto la presidenza di George W. Bush con l’intento dichiarato di correre ai ripari nei confronti della polemica sul controverso metodo di conteggio dei voti in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi del 2000, ndt.
(**) Il Foreign Service è un ente governativo statunitense che si occupa della politica estera degli USA e che offre assistenza agli statunitensi che si trovano all’estero, ndt.


Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

La mia risposta è qui 

Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa!

(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”