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Nuovo libro sostiene che siano stati i russi ad affondare il traghetto baltico Estonia per impedire un trasferimento in occidente di tecnologia russa

di Christopher Bollyn

5 settembre 2002

[l’originale è qui ]

Il traghetto baltico Estonia, con 1.000 passeggeri a bordo, è stato affondato poiché trasportava tecnologia sovietica ultra segreta destinata al Pentagono? (*) Un nuovo libro scritto da un’investigatrice esperta tedesca indica tale conclusione.

BERLINO — Un libro pubblicato recentemente punta il dito su alcune società miste [nel testo, joint ventures] segrete di USA e di Russia implicate nel trasferimento di tecnologia sovietica in Occidente come la causa che si cela dietro il naufragio dell’Estonia, il traghetto affondato il 28 settembre 1994 mentre attraversava il Mar Baltico facendo rotta verso Stoccolma.

Il libro Die Estonia [letteralmente, L’Estonia] di Jutta Rabe contiene la prima ricostruzione completa di quel disastro, riunendo testimonianze oculari, prove filmati, e documenti ufficiali.

La Rabe, una giornalista televisiva tedesca, ha indagato sulla catastrofe dell’Estonia fin dal giorno del naufragio quando volò in Finlandia per intervistare i sopravvissuti.

I fatti presentati dalla Rabe suggeriscono che l’Estonia, una nota società mista che operava la tratta Svezia - Estonia, trasportata, in quella che è stata la sua ultima traversata, un carico estremamente delicato abbastanza diverso dal solito contrabbando di droghe illegali e di clandestini. La nave, nelle profondità della stiva, era carica di autocarri diretti per l’Occidente che contenevano materiali frutto di decenni di ricerca scientifica sovietica e di sviluppo nella tecnologia spaziale.

Anche se la Rabe non fa speculazioni su ciò che veniva trasportato, indica un elenco di oggetti trovati in un articolo del 4 novembre 1991 apparso nel The New York Times scritto da William J. Broad.

Broad ha scritto che i funzionari del Pentagono addetti alla tecnologia erano interessati ad acquisti del programma spaziale sovietico. Russell Seitz dell’Olin Center for Strategic Studies [letteralmente, Centro Olin per gli studi strategici] presso l’università Harvard University ha definito “la vendita, della fine della storia, della roba accantonata in soffitta” (**).

Un incidente nei primi mesi del 1991 rivelò quanto l’apparato militare statunitense ambisse certi elementi del programma spaziale sovietico. Quando un modello del reattore Topaz 2, un satellite sovietico a propulsione nucleare, è stato esposto in un simposio di Washington, la Nuclear Regulatory Commission [letteralmente, Commissione regolatrice per il nucleare] (NRC) ne ha bloccato la restituzione dicendo che avrebbe costituito “un’esportazione illegale di tecnologia nucleare dagli Stati Uniti.”

Ci sono voluti Richard Verga del programma Strategic Defense Initiative Organization (SDIO) al Pentagono, il Dipartimento di Stato, e il Dipartimento del Commercio per convincere l’NRC a lasciare che il pezzo in mostra tornare a casa.

La International Scientific Products Inc [letteralmente, Prodotti scientifici internazionali] (ISP), un gruppo con sede a San Jose, nella California, aveva annunciato l’intenzione di acquistare uno dei reattori sovietici per agevolare lo sviluppo di un sistema simile negli Stati Uniti. A quel tempo, la ISP era consociata come società mista alla ditta russa International Energy Technologies [letteralmente, Tecnologie energetiche internazionale] (INERTEK), con sede presso il centro di ricerca Kurchatov a Mosca. Secondo quanto riportato, l’ormai defunta ISP collaborava con la SDIO.

Nel 1991 il Pentagono aveva annunciato l’intenzione di spendere 12 milioni di dollari per acquistare un reattore nucleare sovietico avanzato per la generazione di energia nello spazio. Leonard Caveny, vice-direttore del settore della scienza e delle tecnologie innovative all’SDIO, si è recato nei laboratori spaziali sovietici vicino a Mosca dove una squadra di esperti ha collaudato un piccolo motore spaziale che per spostare un veicolo spaziale utilizza campi magnetici al posto di combustibili.

Questo dispositivo stupefacente, necessario per i programmi spaziali anti-missilistici quali Brilliant Pebbles [parte del programma noto come Scudo spaziale, ndt] sta nel palmo di una mano ed era disponibile per meno di 1 milione di dollari.

“È a un prezzo molto abbordabile,” ha detto Caveny a un giornalista prima della sua visita in Russia. Verga ha specificato che nel prezzo è comprende tutto l’hardware associato al volo.

“In questo paese [gli USA, ndt] questo tipo di motore è stato sulla carta per 30 anni, ma mai nello spazio,” ha detto Verga. “I sovietici fanno volare queste cose in realtà.”

I sovietici avevano plutonio-238 e le leghe resistenti al calore del tutto sconosciute in Occidente, tra le quali una in palladio e osmio in grado di sopportare temperature fino a 3.600 gradi Celsius.

È stato riportato che l’aeronautica militare statunitense era interessata all’RD-170, che si dice essere il motore a razzo a propellente liquido migliore al mondo.

“Le compere folli iniziate dai militari” presto hanno attirato un gran numero di enti federali statunitensi che hanno visitato l’Unione Sovietica agli inizi degli anni 1990 “per valutare una serie di alte tecnologie,” ha scritto Broad.

Queste “compere folli” tuttavia hanno incontrato una notevole resistenza da parte delle imprese statunitensi nel settore della tecnologia spaziale che si opponevano fortemente alla svendita definita come “la vendita della roba accantonata in soffitta” di origine sovietica, stando a Richard Truly, ammiraglio amministratore [nel testo, Administrator Admiral] della NASA.

C’erano anche pareri diversi nei diversi livelli di gestione: “È schizofrenico,” aveva dichiarato un esperto dell’industria. “I dirigenti di livello intermedio parlano ai sovietici i quali diventano tutti entusiasti, ma quando si passa alla fase successiva, i dirigenti di livello superiore non sono interessati, lasciando sospesi i sovietici. Questo è il problema anche dal lato sovietico; sono i dirigenti di livello intermedio a cercare di stipulare un accordo.”

La Rabe dice i “dirigenti di livello intermedio” hanno utilizzato società miste come la ISP per trasferire tecnologia e fa i nomi dei protagonisti.

Nel 1993, un colonnello dell’esercito statunitense di nome Aleksander Einseln, che lavorava alla sede della NATO a Bruxelles, ha lasciato casa sua, situata vicino a San Jose, per assumere il comando delle ex-forze militari sovietiche nella nazione nativa, l’Estonia, divenuta indipendente nel 1991.

Einseln ha continuato a riferire al comando della NATO dalla sua posizione nella ex-repubblica sovietica fino agli inizi del 1995.

La Rabe ha detto all’American Free Press (***) di non pensare che fosse Einseln l’autore della sventurata operazione di trasferimento benché probabilmente egli fosse a conoscenza della spedizione di tecnologia a bordo dell’Estonia e, a quanto pare, avesse fornito truppe per scortare quel traghetto fino al porto.

Un addetto militare di alto grado, questa volta della Bundesmarine [la marina militare tedesca, ndt], ha detto alla Rabe di avere chiesto informazioni su quel naufragio quando aveva visitato Einseln nel suo ufficio a Tallinn, la capitale estone, per un incontro proprio il giorno del disastro.

“È stato un attacco contro di noi,” ha detto Einseln.

Einseln, tuttavia, in seguito ha negato di essere stato a Tallinn il 28 settembre [cioè il giorno del naufragio dell’Estonia, ndt] e ha detto ai giornalisti, compresi quelli del canale televisivo tedesco Spiegel TV, che quel giorno era negli Stati Uniti.

Qualche ora dopo, il capo estone dell’Estline, la società per la quale operava l’Estonia, aveva detto che il traghetto era stato attaccato.

Johannes Johanson, il direttore dell’Estline, aveva detto: “L’Estonia è stata affondata da un attacco.”

La Rabe spiega che i sommozzatori assunti dal governo svedese hanno passato ore facendo irruzione nelle cabine alla ricerca frenetica di una valigetta ventiquattrore nera portata da Aleksandr Voronin, un rivenditore della tecnologia spaziale russa.

Voronin aveva una ditta a Tallinn chiamata Kosmos Association, mentre suo fratello Valeri aveva una ditta simile a Mosca che commerciava armi e tecnologia spaziale.

I sommozzatori ufficiali lavoravano per la Rockwater, una società  controllata della Brown & Root Energy Services (BRES) e avevano firmato un accordo che li obbligava per tutta la vita a tacere su ciò che avevano fatto nel relitto a circa 250 piedi [circa 76 metri, ndt] sotto la superficie del mare.

La BRES è una società controllata della Halliburton; quest’ultima precedentemente è stata diretta dal vice-presidente statunitense Dick Cheney dal 1995.

La Rabe ha detto all’American Free Press che la Rockwater non era la migliore offerente, ma ciò nonostante è stata incaricata da Johan Franson, capo dell’amministrazione marittima svedese, di svolgere il lavoro.

“La segretezza,” ha detto la Rabe, “era di importanza primaria.”

Secondo la Rabe, i filmati dell’immersione ufficiale, ripresi durante i primi quattro giorni del mese di dicembre 1994, mostrano come i sommozzatori setacciassero freneticamente le cabine rompendo le serrature per trovare una valigetta in pelle nera.

(*) Successivamente si è saputo che la destinazione di quella tecnologia non erano gli USA, ma una nazione innominata del Medio Oriente, con ogni probabilità  Israele; tutto l’articolo quindi va riletto in questa ottica, ndt.
(**) La fine della storia sarebbe, secondo quanto affermato da Francis Fukuyama nel suo saggio del 1989 The End of History? [letteralmente, La fine della storia?] il periodo iniziato con la fine della Guerra fredda, dato che l’avvento della democrazia liberale occidentale segnerebbe la fine dell’evoluzione dell’ideologia del genere umano, ndt.
(***) Questo articolo è stato scritto quando Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattasse di un giornale manovrato dagli ebrei criminali.



Putin ferma i trasferimenti

La valigetta alla fine fu trovata nella cabina n°6130, di solito usata da uno dei capitani scomparsi [perché rapito subito dopo essere stato tratto in salvo], il capitano Avo Piht. Il sommozzatore leggendo dalla valigetta dice: “C’è scritto «Aleksandr Voronin». Lassù vi dice niente la cosa?”

Come autori di quel naufragio la Rabe indica un gruppo di nazionalisti russi provenienti da ex-enti dei servizi segreti sovietici. Secondo le fonti della Rabe, il cosiddetto gruppo Felix Group, che includeva Vladimir Putin e Ivan Ivanov, attualmente rispettivamente presidente e ministro degli esteri della Russia, si opponeva fortemente al saccheggio all’ingrosso dell’arsenale sovietico.

La finestra di accesso ai segreti militari sovietici è stata chiusa di colpo nel luglio 1998 quando Putin divenne il direttore dei Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa [il servizio segreto della Russia, erede del KGB sovietico, ndt] (FSB). L’azienda di Voronin e alcune delle ditte statunitensi che facevano affari con essa furono costrette a cessare le loro attività.

Secondo la Rabe, il naufragio dell’Estonia si riassume in una delle frasi a conclusione del libro: “È stato un colpo perfetto, che poteva essere perpetrato solamente dai servizi segreti o da un gruppo i cui membri includono ex-elementi dei servizi segreti, come è il caso delle reti di terroristi, indipendentemente dalla loro origine o motivazione.”

Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

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Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa!

(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”