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C’era Israele dietro il contrabbando di armi a bordo dell’Estonia?

Dietro il contrabbando di armamenti avanzati sovietici a bordo dell’Estonia c’era una nazione ignota del Medio Oriente

di Christopher Bollyn

11 febbraio 2005

[l’originale è qui ]

Nuove scioccanti rivelazioni indicano che le spedizioni clandestine via nave di tecnologia russa per armamenti, avvenute sotto l’occhio vigile della Svezia a bordo di un traghetto civile per il trasporto passeggeri, erano destinate in realtà a una nazione ignota del Medio Oriente [e non agli USA, come si vociferava in precedenza, ndt].

Da quando il traghetto Estonia, adibito al trasporto vetture e passeggeri, affondò il 28 settembre 1994, ci sono state voci insistenti che nella catastrofe fosse in qualche modo implicata una nazione del Medio Oriente. Una rivelazione recente di un capo della dogana svedese secondo cui una precedente spedizione di tecnologia militare contrabbandata a bordo dell’Estonia era stata trasportata segretamente per via aerea verso una destinazione sconosciuta del Medio Oriente “passando per l’Egitto” suggerisce che queste accuse siano fondate.

Ci sono state voci persistenti di un coinvolgimento di Israele. Nel 2000 un ex-agente dei servizi segreti della Germania dell’Est, che sostiene di aver lavorato con il Mossad, ha detto all’American Free Press (*) che Israele era implicata nella catastrofe dell’Estonia, senza però fornire dettagli.

La strana presenza di due giovani, Hicham Ben Hamou, di 29 anni, e Mohamed Ben Tounsi, di 21 anni, presenti nella lista passeggeri come marocchini solleva alcune domande. Benché questi due individui compaiono nella lista delle 852 persone perite nel disastro, i loro nomi non sono inclusi nella lista delle vittime le cui famiglie hanno ricevuto un risarcimento dalla società d’assicurazione.

Perché nessun parente marocchino di Ben Hamou e di Ben Tounsi si è fatto avanti per pretendere un risarcimento? Una spiegazione potrebbe essere che questi individui non erano affatto marocchini, ma agenti di un servizio segreto, e che non ci fossero parenti marocchini legittimi che potessero avanzare richieste di risarcimento.

(*) Questo articolo è stato scritto quando Christopher Bollyn lavorava per l’American Free Press, prima che si rendesse conto che si trattasse di un giornale manovrato dagli ebrei criminali.


Nuove rivelazioni

Il 30 novembre 2004, un programma della televisione statale svedese (SVT 1) ha riportato che ci fu un accordo segreto tra Owe Wiktorin, al tempo il comandante militare svedese di grado più alto, e Ulf Larsson, al tempo direttore generale della dogana, per dare il nullaosta a un carico specifico di tecnologia militare provenienti dall’Estonia, senza che esso fosse ispezionato al suo arrivo a Stoccolma.

Il programma televisivo, basato sulla confessione di Lennart Henriksson, ex-capo della dogana per il porto di Stoccolma, ha riportato che almeno due precedenti carichi di tecnologia sovietica per armi erano stati trasportati su quel traghetto passeggeri, il 14 e il 20 settembre 1994.

Secondo Henriksson, questo accordo segreto per il contrabbando di armi era stato autorizzato dal livello più alto del governo svedese. Ciò è stato confermato da un’indagine ufficiale condotta da Johan Hirschfeldt, un giudice incaricato appositamente. Il rapporto di Hirschfeldt, reso pubblico il 21 gennaio, affermava che questo accordo era noto ai livelli più alti del governo e del Dipartimento della Difesa svedesi.

Il trasporto segreto di armi e tecnologia sovietiche a bordo dell’Estonia però ha trasformato quel traghetto civile per il trasporto di passeggeri, insieme proprio ai suoi passeggeri, in un bersaglio militare. Questo deve essere balenato nella mente delle autorità svedesi coinvolte nella macchinazione di quel contrabbando.

Il primo ministro della Svezia a quel tempo era Carl Bildt, del partito conservatore, anche se il suo mandato finì due giorni dopo quella catastrofe. Immediatamente dopo quel naufragio, Bildt promise alla Svezia che il relitto sarebbe stato recuperato, così come i corpi delle vittime. Nonostante quelle sue promesse non mantenute e il suo coinvolgimento documentato in un’operazione illegale di contrabbando di armi, Bildt ha fatto passi avanti diventando un beneamato dagli elitari internazionalisti, adottato dalla RAND Corporation con sede negli USA, e nominato inviato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nei Balcani, dove ha iniziato a prestare servizio nel 1995.

Benché il relitto giaccia in acque internazionali, la Svezia si è impegnata nell’impedire un’indagine indipendente sulla causa di quel disastro e ha fatto passare una legge extra-territoriale per impedire ai suoi cittadini di immergersi in prossimità del relitto.

Sven Anér, giornalista svedese veterano e scrittore, ha fornito all’American Free Press informazioni sulla connessione mediorientale al contrabbando di armi a bordo dell’Estonia. Questo materiale è stato censurato dal servizio di giornalismo investigativo della SVT 1 e non è stato riportato dai principali giornali.

Anér, nato nel 1921, ha lavorato al quotidiano Dagens Nyheter dal 1948 al 1962, prestando servizio per due anni come corrispondente da Mosca, e alla radio-televisione svedese dal 1963 al 1971.

Anér ha detto che Lars Borgnäs, produttore del quel programma televisivo della SVT 1, ha censurato l’informazione più importante, ovvero il fatto che il carico militare segreto trasportato il 20 settembre non era per i militari svedesi, ma era in rotta verso una destinazione ignota e avrebbe fatto tappa in Egitto. Ciò solleva l’ovvia domanda: “Perché la Svezia dovrebbe permettere, facilitare, e insabbiare il crimine di un’altra nazione?”

Borgnäs ha detto ad Anér di avere omesso per motivi di “opportunità nei confronti delle parti in causa” di menzionare che quel carico era destinato a una nazione terza, passando per l’Egitto.

Ingrid Sandqvist, capo della dogana all’aeroporto di Arlanda [nei pressi di Stoccolma, ndt] ha confermato ad Anér di avere ricevuto ordini di dare il nullaosta per il carico da inoltrare passando per l’Egitto, anche se non “ricorda” di averlo ispezionato. La Sandqvist inoltre ha detto di non sapere l’origine di quel carico. Anér ha detto di avere l’impressione che alla Sandqvist non sia stato permesso controllare quel carico, benché fosse suo dovere farlo.

Lars Göran Farm, al tempo ingegnere marittimo della Nordström & Thulin, comproprietaria svedese dell’Estonia, ha confermato ad Anér che il proprietario della nave aveva ordinato una scorta speciale alla Vägverket, l’autorità svedese per le autostrade, per un carico sensibile per il giorno 28 settembre 1994. Il personale della Vägverket, pronto per scortare il carico dal porto [di Stoccolma] all’aeroporto di Arlanda, ha lasciato il porto a mani vuote dopo essere venuto a sapere che l’Estonia era affondata.

L’informazione che il precedente trasporto di tecnologia militare era stato inoltrato a una terza nazione passando per l’Egitto suggerisce che il carico contrabbandato non fosse destinato agli Stati Uniti, ha detto Anér all’American Free Press. Date le circostanze, il rapporto del capo della dogana suggerisce che la sua destinazione finale potrebbe essere stata Israele.

Israele e gli USA hanno lavorato assieme a numerosi progetti militari, quali quello del Tactical High Energy Laser [letteralmente, laser tattico ad alta energia] (THEL), un sistema di arma al laser progettato per abbattere i missili. Il THEL è stato sviluppato da una squadra di aziende appaltatrici statunitensi e israeliane che lavoravano con la ditta TRW (successivamente acquistata dalla Northrop Grumman) per lo U.S. Space & Missile Defense Command [letteralmente, Comando statunitense di difesa spaziale e missilistica] e per i militari israeliani.

Daniel Saul Goldin, amministratore della NASA dal 1992 al 2001, è stato il responsabile generale dello Space and Technology Group [letteralmente, Gruppo spaziale e tecnologico] della TRW a Redondo Beach, in California, prima di approdare alla NASA. Goldin si vantava di avere tagliato personale chiave alla NASA e ordinato di assumere ditte in sub-appalto, specialmente ditte “di proprietà di donne” o “di proprietà di membri di minoranza etniche.”

Questa politica tuttavia è risultata in infrazioni della sicurezza e in enormi perdite di informazioni attraverso ditte straniere in sub-appalto che lavoravano per la NASA. Il furto gigantesco da parte di ditte sub-appaltatrici di informazioni sensibili della NASA recentemente denunciato dal programmatore di computer Clint Curtis a una commissione del Congresso degli USA, è stato un risultato diretto della politica di assunzioni di Goldin.


Scienza russa

Molta della ricerca scientifica per lo sviluppo di armi al laser come il THEL è condotta negli istituiti di ricerca russi a Mosca e a Nizhny Novgorod.

Israele ha relazioni intense, benché non sempre amichevole, con la Russia. Ciò è dovuto al fatto che lo stato sionista è stato fondato principalmente da [ebrei] immigrati provenienti dalla Russia e dalle ex-repubbliche dell’Unione Sovietica. Un grosso flusso di immigrati provenienti dall’Unione Sovietica negli anni 1980 e 1990 portò in Israele molti scienziati che lavoravano nei centri di ricerca russi.

Israele ha legami stretti con le ex-repubbliche sovietiche, quali l’Estonia. Quella minuscola repubblica, poco dopo avere riguadagnato la propria indipendenza nel 1991, fece un acquisto molto strano da Israele di pezzi d’artiglieria per un valore di 50 milioni di dollari. Dato che molte di quelle armi nemmeno funzionavano, successivamente il governo dell’Estonia fece causa per recuperare parte di quei soldi.


I Voronin

Nell’edizione dell’American Free Press del 5 agosto 2002 era stato riportato che i sommozzatori assunti dal governo svedese per effettuare le perlustrazioni del relitto dell’imbarcazione avevano passato ore setacciando le cabine del ponte 6 dell’Estonia alla ricerca di una valigetta ventiquattrore nera trasportata da un trafficante di armi russo di nome Aleksandr Voronin.

I sommozzatori lavoravano per la Rockwater, una società controllata della Brown & Root Energy Services (BRES). Ciascun sommozzatore aveva firmato un accordo che li obbliga per tutta la vita a tacere su ciò che hanno fatto nel relitto a circa 200 piedi [circa 60 metri, ndt] sotto la superficie del mare. La BRES è una società controllata della Halliburton.

Jutta Rabe, investigatrice indipendente del naufragio dell’Estonia, ha detto all’American Free Press che la Rockwater non era la migliore offerente, ma ciò nonostante è stata incaricata di svolgere il lavoro da Johan Franson, capo dell’amministrazione marittima svedese. “La segretezza,” ha detto la Rabe, “era di importanza primaria.”

L’American Free Press ha copie dei rapporti sulle immersioni, che mostrano che alla fine la valigetta ventiquattrore che si cercava è stata trovata nella cabina 6230, quella usualmente riservata per gli ospiti VIP [ovvero, molto importanti, ndt] o per il sostituto comandante, anch’egli a bordo.

Il sommozzatore, quando il 4 dicembre 1994 ha trovato la valigetta, ha chiesto al suo supervisore J. Barwick: “C’è scritto «Aleksandr Voronin»; è questo che stiamo cercando?”

Voronin è un cognome ebreo ashkenazita proveniente dal villaggio di Voronino nella zona della Bielorussia denominata Bobruysk, secondo l’A Dictionary of Jewish Surnames from the Russian Empire [letteralmente, Un dizionario dei cognomi ebraici dell’impero russo] di Alexander Beider. La radice “voron” significa corvo o corvo imperiale.

Aleksandr, un membro della “famiglia faccendiera” Voronin proveniente da Kohtla-Järve, al confine tra Estonia e Russia, aveva una ditta a Tallinn chiamata Kosmos Association, mentre il suo parente Valeri, aveva una filiale a Mosca che faceva affari con l’istituto Kurchatov, il famoso centro di ricerca per la tecnologia spaziale e per il nucleare. Entrambe le società di Voronin sono state fondate per vendere campioni della moderna tecnologia russa in ambito spaziale e di armamenti.

Aleksandr Voronin era in viaggio a bordo dell’Estonia con Vassili, il figlio 15enne, e il suocero Vassili Kruchkov. Dopo essere stati salvati, hanno detto alla stampa che erano in un viaggio di lavoro per la Danimarca. Quando gli è stato chiesto perché non ci fossero andati in aereo, Aleksandr ha detto di temere che i “venti forti” potessero ritardare il volo.

Quando Larissa, la moglie di Aleksandr, è venuta a sapere del naufragio, ha acceso 33 candele da celebrazione ebraica che aveva comprato a Gerusalemme in un viaggio in Israele. “Sapevo che dovevano essere accese solamente per un’occasione disperata o speciale e che bisogna consumarle solamente un poco alla volta,” ha detto. “Le ho consumate fino in fondo.”

Fortunatamente, i tre membri della famiglia Voronin sono sopravvissuti al naufragio, ma stando alle voci, Aleksandr sarebbe morto di attacco cardiaco all’età di 45 anni, nel 2002, due settimane dopo che il Süddeutsche Zeitung, uno dei principali giornali tedeschi, pubblicò alcuni dettagli degli affari di Aleksandr in ambito di armamenti e tecnologia spaziale connessi alla catastrofe dell’Estonia.

Come è stato riportato dall’American Free Press, la Rabe come autori di quel naufragio indica un gruppo di nazionalisti russi provenienti da ex-enti dei servizi segreti sovietici. Secondo la Rabe, il cosiddetto gruppo Felix Group, che includeva Vladimir Putin, l’attuale presidente della Russia, si opponeva al diffuso saccheggio che stava avvenendo dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

La finestra di accesso ai segreti militari sovietici è stata chiusa di colpo nel luglio 1998 quando Putin divenne il direttore dei Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa [il servizio segreto della Russia, erede del KGB sovietico, ndt] (FSB). L’azienda di Voronin e alcune ditte statunitensi che facevano affari con essa cessarono le loro attività.

Secondo la Rabe, il naufragio dell’Estonia si riassume in: “È stato un colpo perfetto, che poteva essere perpetrato solamente dai servizi segreti o da un gruppo i cui membri includono ex-elementi dei servizi segreti, come è il caso delle reti di terroristi, indipendentemente dalla loro origine o motivazione.”

Fotografia: Carl Bildt (dx) e George Soros (sx) in una conversazione privata all’incontro del Bilderberg tenutosi a Chateau du Lac, vicino a Brussels, agli inizi di giugno 2000. A quel tempo Bildt prestava servizio come “inviato speciale” per l’Organizzazione delle Nazioni Unite nei Balcani. (Fotografia di Christopher Bollyn, American Free Press)

Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

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Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

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(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”