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Attenzione!

Gli articoli di Christopher Bollyn pubblicati dopo l’11 giugno 2007, giorno del suo rapimento, vanno considerati approvati dalla rete criminale giudaica; prendete le parti interessanti e scartate gli inganni. Guardatevi da chi promuove. 

Risolvere il caso dell’attentato dell’11 settembre:
L’inganno che ha cambiato il mondo


capitolo 4

Le esercitazioni anti-terroristiche che diventano reali: L’attacco dell’11 settembre, l’attentato dinamitardo di Londra, e il naufragio dell’Estonia

di Christopher Bollyn

11 marzo 2008

aggiornamenti: 2011-06-17

[l’originale è qui ]

Il modo più semplice di perpetrare un attacco a bandiera falsa è quello di organizzare un’esercitazione militare che simula proprio l’attacco da compiere. — Capitano Eric H. May, ex-funzionario dei servizi segreti dell’esercito USA

Gli ultimi due decenni sono stati segnati da numerosi episodi di terrorismo artificiale rimasti irrisolti fino ad oggi. Diversi di questi casi, che includono omicidi di massa abominevoli, presentano notevoli similitudini. Si tratta di disastri che si sono verificati durante esercitazioni di sicurezza o militari, basate su scenari incredibilmente simili, se non identici, agli attacchi terroristici effettivamente avvenuti nella realtà. Comprendere la natura delle esercitazioni che hanno creato il contesto e il quadro di questi attacchi è essenziale per capire come siano stati attuati. Il fatto che questi atti di terrorismo nella realtà si siano verificati nel contesto di esercitazioni di sicurezza / anti-terrorismo praticamente identiche è stato completamente ignorato dai mezzi di comunicazione di massa, come se queste esercitazioni non fossero mai avvenute. Tra i più importanti casi di terrorismo che si sono verificati durante queste esercitazioni, ne esamineremo tre in particolare: gli attacchi aerei dell’11 settembre 2001, gli attentati dinamitardi a Londra nel 2005 alla metropolitana e contro un autobus, e il naufragio del traghetto Estonia nel mar Baltico nel 1994.

Anche se ci sono stati sicuramente altri disastri durante esercitazioni militari, per esempio l’affondamento del sottomarino russo Kursk nel 2000, e l’abbattimento del volo Iran Air Flight 655 da parte della nave statunitense USS Vincennes nel Golfo Persico nel 1988, i tre casi di cui discuteremo in questa sede coinvolgono attacchi contro mezzi di trasporto civili, lontano da qualsiasi zona di guerra. Questi tre disastri sono stati gestiti tutti allo stesso modo dai rispettivi governi e dai mezzi di comunicazione di massa. In ogni caso, prima che una vera indagine potesse cominciare ad accertare i fatti ed esaminarne le prove, una spiegazione politicamente accettabile è stata avanzata dai funzionari del governo, ed è stata ripetuta, senza che venisse messa in dubbio, dai mezzi di comunicazione di massa. Le prove e i fatti che contraddicono la versione “ufficiale” degli eventi sono stati confiscati, distrutti, o semplicemente ignorati.

La distruzione estremamente affrettata e inopportuna dell’acciaio del World Trade Center, per esempio, dovrebbe essere classificata come il caso più eclatante nella storia degli Stati Uniti di distruzione di prove dalla scena del crimine. Nel tardo settembre 2001, alcuni funzionari scoprirono un piano criminale per dirottare il metallo [del World Trade Center] nelle discariche a Long Island e nel New Jersey. Circa 250 tonnellate di rottami metallici sono stati trovati in alcune discariche non ufficiali. Nel novembre 2001 su tutti gli autocarri che trasportavano l’acciaio del World Trade Center sono stati montati dispositivi di posizionamento globale GPS (Global Positioning System) sorvegliati da un israeliano di nome Yoram Shalmon della ditta PowerLoc Technologies di Toronto, nell’Ontario, appaltatrice dei lavori di ripulitura [dell’area World Trade Center dopo l’attentato dell’11 settembre]. Shalmon, utilizzando i Vehicle Location Device [letteralmente, localizzatori di veicoli] (VLD) della PowerLoc, ha tracciato in tempo reale i movimenti di quasi 200 autocarri nella città di New York. Ciascuna unità VLD costa circa 1.000 dollari.

“Eravamo in grado di iniziare a riconoscere gli schemi comportamentali. Se un autista arrivava tardi, l’analista del traffico ne esaminava il motivo. L’autista potrebbe essersi fermato per pranzare o potrebbe essersi intoppato nel traffico,” ha detto Shalmon a Jacqueline Emigh del sito internet SecuritySolutions.com [letteralmente, Soluzioni-per-la-sicurezza]. “Il novantacinque percento degli autisti erano estremamente motivati nel fare il loro lavoro, ma c’era una forte preoccupazione dato che i carichi consistevano di materiale altamente delicato. Un autista, per esempio, si è preso una pausa pranzo estesa di un’ora e mezza; benché non si trattasse affatto di un’azione criminale, è stato licenziato. Ci sono stati anche casi di autocarri che hanno effettuato piccole deviazioni,” ha detto Shalmon.

LA VENDITA DELLE PROVE — L’acciaio del World Trade Center, una prova chiave proveniente dalla scena del crimine, è stato distrutto rapidamente prima che potesse essere analizzato dagli esperti. Alan D. Ratner, della ditta Metal Management [letteralmente, Gestione metalli], e la Hugo Neu Schnitzer East della città di Jersey hanno lucrato da questa distruzione criminale delle prove. L’acciaio è stato tagliato a pezzi velocemente e venduto ad acciaierie asiatiche per impedire che venisse impiegato come prova forense.

Allo stesso modo, durante l’immersione ufficiale alla ricerca di prove nel relitto della nave Estonia, nel cui naufragio sono morte (ufficialmente) 852 persone, il perno serrante del sistema di blocco del portellone di prua, formalmente accusato dai funzionari di avere provocato quel disastro, [una volta ripescato] è stato rigettato in mare. Il perno serrante del sistema di blocco era stato recuperato dai sommozzatori e riportato in superficie soltanto per essere ributtato in mare da Börje Stenström, comandante della marina svedese e capo del gruppo tecnico della commissione d’inchiesta internazionale [su quel disastro]. Secondo alcuni investigatori tedeschi, Stenström ha gettato in mare il perno, che, proprio secondo la sua versione del naufragio, era “una delle prove più importanti.”

IL PORTELLONE DI PRUA DELL’ESTONIA — Esso è accusato dagli investigatori corrotti di averne provocato il naufragio. Questo pezzo che rappresenta una prova cruciale è stato tuttavia rigettato in mare. Gli sforzi del governo svedese per sostenere la loro “menzogna ufficiale,” con una simulazione al computer del naufragio è fallito perché, semplicemente, la nave non sarebbe potuta affondare senza una falla sotto la linea di galleggiamento.

La prima regola per garantire un insabbiamento è controllare l’accesso alle prove. La seconda regola è di distruggere qualsiasi prova che contraddice la versione ufficiale degli eventi.

Il fatto che queste tre disastri si siano verificati durante scenari terroristici molto simili, inscenati nel quadro di esercitazioni, è stato ignorato dai mezzi di comunicazione di massa, i quali hanno considerato queste coincidenze estremamente inquietanti come questioni completamente irrilevanti.

Le informazioni sulle esercitazioni sono state tenute nascoste al pubblico. Gli insabbiamenti del governo sono stati facilitati notevolmente dai servili mezzi di comunicazione di massa che hanno ignorato sistematicamente il fatto che questi disastri siano avvenuti all’interno del contesto di esercitazioni anti-terrorismo sorprendentemente simili.

Gli attacchi terroristici che hanno colpito New York e Washington l’11 settembre 2001 e Londra il 7 luglio 2005, ad esempio, sono stati la realizzazione, cioè la concretizzazione nella realtà, degli scenari messi a punto al computer che erano stati messi in scena negli stessi posti e negli stessi momenti [in cui poi sono avvenuti]. Una stampa veramente libera ignorerebbe il fatto che queste atrocità terroristiche siano avvenute nel contesto di esercitazioni anti-terrorismo molto simili?

“Il modo più semplice di perpetrare un attacco a bandiera falsa è quello di organizzare un’esercitazione militare che simula proprio l’attacco da compiere,” ha scritto il capitano Eric H. May, ex-funzionario dei servizi segreti dell’esercito USA in un articolo intitolato “Prospettive per gli attentati a bandiera falsa, 2008 — Le tre città degli Stati Uniti con più alta probabilità di essere un bersaglio.”

“Questo è esattamente il modo in cui i perpetratori del governo negli Stati Uniti e nel Regno Unito hanno gestito gli «attacchi terroristici» dell’11 settembre 2001 e del 7 luglio 2005,” scrive May, “i quali in realtà erano attacchi del governo per i quali sono stati incolpati i terroristi.”

LA FAVOLA DELL’ATTACCO DELL’11 SETTEMBRE – I supposti dirottatori, secondo la versione del governo [statunitense] e dei mezzi di comunicazione di massa. Perché i mezzi di comunicazione di massa, a supporto della versione ufficiale, non hanno mostrato nessun interesse nell’intervistare le famiglie di questi uomini? Come può essere che è stato riportato che parecchi di loro sono vivi senza che i mezzi di comunicazione di massa indaghino la cosa?

“Gli attacchi terroristici a bandiera falsa sono progettati e realizzati in modo che la colpa ricada erroneamente su un obiettivo nemico allo scopo di manipolare l’opinione pubblica e fomentarne le guerre.”

Di sicuro il capitano May, di Houston nel Texan, sa di cosa parla, essendo un esperto di esercitazioni militari che coinvolgono simulazioni. May ha completato corsi avanzati alla scuola dell’esercito statunitense per i funzionari addetti ai servizi segreti militari a Fort Huachuca, nell’Arizona, e ha servito per cinque anni nella 75ª divisione dell’esercito statunitense come Controllore delle forze opposte [nel testo, Opposing Forces Controller], addetto all’implementazione degli “scenari contrari.”

Il scopo di May, un ex-funzionario dei servizi segreti che ha passato cinque anni conducendo simulazioni di guerra, è, nelle sue stesse parole, avvisare il pubblico che “è probabile che «il prossimo attentato sulle linee di quello dell’11 settembre» — costantemente promesso dai funzionari [di governo statunitensi] e dai mezzi di comunicazione di massa — sia perpetrato mascherato da una futura esercitazione militare.”

“Se gli statunitensi saranno consapevoli delle esercitazioni in corso e del pericolo che rappresentano,” dice May, “tali esercitazioni non potranno «diventare realtà» trasformandosi proprio in quegli eventi terroristici per i quali presumibilmente rappresentavano un addestramento atto a contrastarli.”

Gli attentati dell’11 settembre 2001 e del 7 luglio 2005 a Londra “contengono prove inconfutabili che dimostrano che gli assassini non erano terroristi stranieri, ma certi tiranni locali,” ha scritto May. Le “prove inconfutabili,” dice, sono le esercitazioni che simulavano proprio gli attentati terroristici che si sono verificati effettivamente.

Anche se le esercitazioni di sicurezza / anti-terrorismo hanno creato il quadro di uno “scenario contrario” nel quale sono avvenuti i veri attacchi terroristici, non significa necessariamente che l’ente governativo incaricato di effettuare quelle esercitazioni sia stato il vero autore delle azioni terroriste. È molto più probabile che il vero colpevole sia stato un’ente straniero, segretamente informato dei dettagli più intimi della pianificazione dell’esercitazione. Avendo accesso alle reti informatiche coinvolte nell’esercitazione, questo ente esterno ha la capacità di dirottare l’esercitazione, facendola “diventare reale.”

I veri terroristi, possono appartenere non solo a qualsiasi organizzazione coinvolti nell’esercitazione, ma anche a un’organizzazione appartenente a un servizio segreto straniero che avesse accessi, attraverso porte informatiche speciali che consentono il superamento delle protezioni di sicurezza [nel testo, back door] delle reti informatiche sulle quali era stata pianificata l’esercitazione e sulle quali poi ne è stata diretta l’esecuzione.

Indubbiamente i servizi segreti militari israeliani, per esempio, essendo stati coinvolti a lungo nella fornitura, al governo e ai militari statunitensi, di aziende di software, come ad esempio la Ptech, di personale, e di programmi specializzati nella sicurezza delle reti informatiche, hanno accesso tramite “porte informatiche speciali” alle reti informatiche più sensibili.

Come spiega May, “la prova inconfutabile,” delle esercitazioni anti-terrorismo contraddice la favola ufficiale secondo la quale i responsabili di questi attacchi a bandiera falsa sarebbero i “terroristi islamici.” Fa parte dell’inganno anche il fatto che gli arabi e i mussulmani erroneamente accusati di avere compiuto l’attentato dell’11 settembre e gli attacchi dinamitardi a Londra [del 2005] siano stati incastrati apposta, al pari di Lee Harvey Oswald.

L’ASSASSINIO DEI BURATTINI USATI COME CAPRI ESPIATORI – Jacob Rubinstein, alias Jack Ruby, un ebreo violento di Chicago con legami stretti con la rete criminale giudaica, spara a Dallas a Lee Harvey Oswald, il burattino usato come capro espiatorio per l’assassinio di John F. Kennedy. Il padre di Ruby, un carpentiere alcolizzato disertore dell’armata russa, giunse con suo fratello Abraham negli Stati Uniti da Sokolov, un focolaio sionista vicino a Varsavia. La madre di Rubinstein, Fannie, era un’analfabeta che parlava yiddish e che non era in grado nemmeno di firmare il proprio nome dopo 35 anni di permanenza negli Stati Uniti. I figli della Rubinstein vissero in adozione temporanea mentre Fannie stava all’ospedale psichiatrico a Elgin, nell’Illinois.

LA CONNESSIONE CON CHICAGO

A Dallas, il giorno dell’omicidio del presidente statunitense John F. Kennedy, c’era anche Itzhak Rabin, un funzionario militare israeliano di alto rango, alleato [politico] di Shimon Peres. Ci si può porre la seguente domanda: “Itzhak Rabin, dei militari israeliani, che genere di affari aveva a Dallas il 22 novembre 1963?” Il 1° gennaio 1964 Rabin fu promosso capo di gabinetto dopo essere tornato da Dallas.

Il padre di Rabin, Nehemiah, visse circa 13 anni nella comunità ebraica di lingua yiddish nella zona Near West Side di Chicago, per un certo tempo al numero civico 2734 di via Crystal Street con un certo Solomon Turovlin del Jewish Daily Forward, un giornale in lingua yiddish. Il padre di Rabin, che secondo quanto riportato alla nascita faceva di cognome Rubitzov, era coinvolto nella comunità sionista di lingua yiddish di Chicago, della quale faceva parte anche la famiglia Rubinstein, prima di emigrare in Palestina come membro della Legione Ebraica [nel testo, Jewish Legion] dopo il settembre 1918. Da Chicago il padre di Rabin divenne uno dei fondatori della milizia sionista clandestina Haganah a Gerusalemme nel 1920.


LONDRA — 7 LUGLIO 2005

A Londra, nell’esatto momento degli attentati dinamitardi alla metropolitana e contro un autobus a piazza Tavistock Square, un certo Peter Power dirigeva, con la sua ditta di gestione delle situazioni di emergenza Visor Consultants Ltd, un’esercitazione anti-terrorismo per conto di un misterioso cliente innominato. L’esercitazione della Visor Consultants era basata su uno scenario esattamente identico a quello dell’attentato dinamitardo poi avvenuto; non si tratta forse di una fortunata coincidenza?

Peter Power aveva lavorato in precedenza a Scotland Yard, nella divisione della lotta al terrorismo e in qualità di sovrintendente di polizia nel distretto di West Dorset, nell’Inghilterra. Nel 1993, Power fu oggetto di una inchiesta penale che portò alla sua sospensione e al suo pensionamento [anticipato] dalla polizia nell’aprile del 1993.

Il sovrintendente di polizia Power fu sospeso a seguito di una indagine interna alla polizia risultata in un fascicolo presentato al Director of Public Prosecution [letteralmente, Direttore della Pubblica Accusa] [nel seguito, DDP]. Stranamente, i dettagli dell’indagine su Power sono stati segretati. Nel settembre 1993, dopo cinque mesi di indagine, Power andava in pensione a quarantadue anni “per motivi di salute.”

PETER POWER — L’associazione britannica July Seventh Truth Campaign [letteralmente, Campagna per la verità sull’attentato del 7 luglio 2005] ha svelato il passato tormentato di Power e i suoi legami con precedenti episodi terroristici in Gran Bretagna. I dettagli dell’indagine criminale su Peter Power però sono tenuti segreti dal 1993. Che cosa fece a Dorset e quale era la misteriosa società innominata con cui pianificò e diresse l’esercitazione terroristica del 7 luglio 2005?
[In figura: Ricercato per essere interrogato / Quest’uomo stava conducendo una prova generale che contemplava l’esplosione simultanea di bombe che sarebbero esplose precisamente alle stazioni ferroviarie dove sono effettivamente avvenute le esplosioni quella mattina del 7 luglio 2005. Non è stato ancora interrogato per queste sue attività di quel giorno]


“QUESTA È QUELLA VERA”

Poche ore dopo gli attentati dinamitardi a Londra, in una intervista radiofonica con Peter Allen su BBC5, Power ha spiegato l’incredibile coincidenza dell’esercitazione diretta dalla sua ditta:
Power: In effetti, alle nove e mezza di questa mattina stavamo conducendo, per conto di una società a Londra che impiega oltre mille persone, un’esercitazione basata sull’esplosione simultanea di bombe precisamente alle stazioni ferroviarie dove poi questa mattina si sono verificate effettivamente, motivo per cui tuttora e proprio adesso ho i peli del collo ancora dritti.

Peter Allen: Per capirci ed evitare equivoci, stava compiendo una esercitazione per vedere se eravate in grado di affrontare una situazione che poi è avvenuta veramente durante l’esercitazione?

Power: Esattamente, ed erano circa le nove e mezza di questa mattina; l’avevamo pianificata per una società di cui, per ovvie ragioni non voglio rivelarne il nome, ma che è in ascolto e lo sa. E avevamo una stanza piena di dirigenti addetti alle operazioni di gestione delle emergenze, che si incontravano per la prima volta, e quindi in cinque minuti abbiamo preso una decisione molto rapida: “Questa è quella vera” e dunque abbiamo seguito gli schemi decisionali corretti per attivare le procedure di gestione dell’emergenza per saltare dal pensare a un ritmo lento al pensare a un ritmo veloce, e così via.

“AVEVAMO SCELTO UNO SCENARIO”

Più tardi in quello stesso giorno dell’attentato dinamitardo, Peter Power è apparso in una intervista a ITV News, in cui ha rivelato altri dettagli sulla esercitazione anti-terrorismo in cui era coinvolto:

Power: Oggi stavamo eseguendo un’esercitazione per una società — tenete a mente che ora lavoro nel settore privato — e abbiamo messo a discuretere tutti nella città — 1.000 persone coinvolte in tutta l’organizzazione — eccetto i membri della squadra dell’unità di gestione delle emergenze. E la cosa più peculiare era che avevamo basato il nostro scenario su attacchi simultanei alla metropolitana e a una stazione sulla linea principale. È stato così che improvvisamente nell’esercitazione siamo dovuti passare dalla “finzione” alla “realtà.” E una delle prime cose è, farsi dare in numero di telefono di quell’ufficio, e non appena viene stilata una lista delle persone che mancano all’appello, e comunicargliela. E c’è voluto molto tempo.

Giornalista di ITV: Giusto per evitare equivoci, oggi stava lavorando proprio a una esercitazione che si basava su praticamente questo stesso scenario?

Power: Ehm, quasi esattamente lo stesso. Oggi ero in piedi alle 2 del mattino perché è il mio lavoro, quello della ditta di cui sono titolare, la Visor Consultants; siamo specializzati nell’agevolare la ricezione della risposta alla situazione di emergenza per i clienti. Come si salta dal pensare “a passo lento” al pensare “a passo rapido”? E abbiamo scelto uno scenario — con la loro assistenza — basato su un attacco terrorista essendo loro molto vicini a, ehm, una proprietà occupata da uomini d’affari ebrei; sono nella Città di Londra, e ci sono più banche statunitensi nella Città di Londra che in tutta la città di New York — un qualcosa di logico da fare. E ho ancora i peli...
Si potrebbe pensare che queste rivelazioni incredibili da parte di un esperto britannico di terrorismo sul come gli attacchi dinamitardi fossero “quasi esattamente” identici a quelli previsti dall’esercitazione che stava conducendo per una misteriosa società, sarebbero molto interessanti per i mezzi di comunicazione di massa, ma non è stato così.

Nei “principali” mezzi di comunicazione di massa non c’è stato praticamente nessun dibattito sul fatto che gli attentati dinamitardi di Londra e altre atrocità e catastrofi terroristiche, come l’attacco dell’11 settembre e il naufragio dell’Estonia, siano accadute in concomitanza di esercitazioni di sicurezza pianificate secondo scenari molto simili a quelli realmente accaduti. Perché queste informazioni preliminari cruciali sono censurate?

Le sorprendenti dichiarazioni di prima mano di persone coinvolte in queste esercitazioni, come ad esempio quelle di Peter Power, sono state riportate brevemente dopo quegli eventi e ciò nonostante, questi racconti molto importanti sono rimasti confinati ai notiziari locali e non sono stati ripresi dai principali notiziari nazionali e internazionali, come ad esempio il New York Times, il cui motto è: “Tutte le notizie che si possono stampare” [nel testo, All The News That’s Fit To Print].


BBC — UNA “SERIE DI ESPLOSIONI” AL WORLD TRADE CENTER

I commenti di Power sulla sorprendente coincidenza della sua esercitazione di sicurezza sono stati censurati dalla BBC, così come il resoconto del testimone oculare Stephen Evans, giornalista inviato della BBC al World Trade Center l’11 settembre 2001.

Evans si trovava al piano terra della torre sud [delle torri gemelle] al momento in cui gli aerei colpirono il complesso [del World Trade Center]. Il giornalista, quando, poco dopo il crollo delle torri gemelle, è apparso sulla rete televisiva BBC World, ha descritto più volte una “serie di esplosioni” che aveva visto e sentito alla base della torre prima che fosse demolita.

 
STEPHEN EVANS — Il giornalista della BBC testimone oculare della distruzione del World Trade Center avvenuta l’11 settembre 2001. Quando Evans è andato in onda sulla televisione sulla BBC poco dopo il crollo, ha parlato solo della “serie di esplosioni” di cui era stato testimone. Ai produttori [televisivi] a Londra chiaramente non interessava discutere di questo argomento.
I capo-redattori della BBC come facevano a sapere che le esplosioni fossero qualcosa di cui non si sarebbe dovuto parlare? Perché hanno censurato la testimonianza oculare di Evans?

Dal primo minuto delle parole di Evans, tuttavia, era piuttosto ovvio che la sua testimonianza oculare sarebbe stata censurata dai poteri più alti nella BBC. Quando successivamente la BBC ha ripercorso con Evans gli eventi di quell’11 settembre, non è stata menzionata nemmeno minimamente la “serie di esplosioni” di cui Evans era stato testimone e di cui aveva parlato la mattina degli attacchi. Come può essere? Il nome corretto di omissioni tanto palesi e deliberate è censura. Alla BBC la testimonianza straordinaria di Evans dal luogo dell’attacco dell’11 settembre è caduta evidentemente nel “vuoto della memoria.” I commenti rivelatori di Peter Power sull’attentato dinamitardo di Londra sono andati incontro a un destino identico.

La BBC ha un passato molto singolare a proposito degli eventi dell’attentato dell’11 settembre. Non solo quest’emittente televisiva britannica ha censurato i servizi giornalistici di Evans sulle esplosioni al World Trade Center, ma ha riportato anche la notizia del crollo dell’edificio 7 del World Trade Center [che non era stato colpito da nessun aeroplano, ndt] circa 30 minuti prima che quella torre di 47 piani crollasse cadendo dritta sulle sue fondamenta. Jane Standley, una giornalista del canale televisivo BBC World presente nella città di New York quell’11 settembre, diede la notizia verso le 4:54 locali del pomeriggio (ovvero le 21:54 GMT) del crollo dell’edificio della Salomon Brothers (detto anche edificio 7 del World Trade Center) di proprietà di Larry Silverstein. Quell’edificio tuttavia non crollò fino alle 5:20 locali del pomeriggio (ovvero le 22:20 GMT); a ciò si aggiunga che Silverstein ammise successivamente di averlo “tirato giù” [nel testo, pulled]. Nel seguito, nel febbraio 2007, Richard Porter, redattore della BBC scrisse sul sito internet della BBC: “Non abbiamo più i nastri originali delle registrazioni del nostro servizio giornalistico sull’attacco dell’11 settembre (perché abbiamo pasticciato; non si tratta di un complotto).” Ma perché la BBC avrebbe dovuto distruggere i nastri originali delle sue registrazione sull’attacco dell’11 settembre? (Si tratta esattamente della stessa scusa fornita dalla polizia corrotta di Hoffman Estates, nell’Illinois, che aveva detto di avere distrutto i filmati che riprendevano la sua squadra di assalto formata da tre suoi membri sotto copertura che mi aggredirono a casa mia nell’agosto 2006.)

LA BBC ANNUNCIA IN ANTICIPO IL CROLLO DELL’EDIFICIO 7 — Jane Standley della BBC ha dato la notizia dell’avvenuto crollo dell’edificio della Salomon Brothers (l’edificio 7 del World Trade Center), ma di proprietà di Larry Silverstein, 30 minuti prima che esso crollasse verticalmente sulle proprie fondamenta. Successivamente la BBC ha dichiarato di avere distrutto tutti i nastri originali delle registrazioni delle sue trasmissioni televisive sull’attentato dell’11 settembre. Perché l’ha fatto?

Per i giornalisti indipendenti, dubitare della versione degli eventi fornita dai mezzi di comunicazione di massa, dalla quale resoconti di prima mano tanto significativi sono stati censurati, significa rischiare di essere bollati come “complottisti.”

Al pubblico adesso viene detto che non ci si può fidare delle testimonianze oculari — almeno di quelle che contrastano con la versione ufficiale. Ci viene detto che i resoconti dei testimoni oculari resi da persone che erano presenti in quel disastro o che lo hanno visto con i loro stessi occhi non possono essere considerati testimonianze affidabili. È davvero molto strano.

Così è stato per l’abbattimento del volo TWA 800 a largo di Long Island, stato del New York, nel 1996; in questo caso più di cento testimoni oculari hanno riportato di avere visto la scia di un missile partito dalla superficie dell’oceano, il quale ha colpito quel velivolo, provocando un’esplosione.

Sono andato a sentire la presentazione finale del rapporto ufficiale sul volo TWA 800 stilato dal National Transportation Safety Board (*) (NTSB) nel 2000, quando David Mayer, la cui unica credenziale come componente dell’NTSB era un Ph.D. (**) in psicologia sperimentale applicata conseguito all’università Rice University, ha scartato audacemente i rapporti di oltre cento testimoni oculari bollandoli come un caso di allucinazione collettiva di cittadini dello stato di New York intossicati, basandosi sul solo fatto che si trattasse di una sera d’estate!

A quel punto era palesemente chiaro che c’era qualcosa di serio che non andava nella National Transportation Safety Board e nella relativa indagine sull’abbattimento del volo TWA 800. Sarebbe stato difficile un insabbiamento più ovvio.

(*) Il National Transportation Safety Board (NTSB) è un’agenzia investigativa indipendente del governo degli USA che indaga e relaziona sugli incidenti che coinvolgono aeroplani, navi, treni, oleodotti, e gasdotti.
(**) Ph.D. sta per Philosophiæ Doctor ed è un titolo accademico superiore alla laurea, analogo al dottorato di ricerca italiano.



L’“AEROPLANO-CHE-SI-SCHIANTAVA-NELL’EDIFICIO”: L’ESERCITAZIONE IN PROGRAMMA QUELL’11 SETTEMBRE

L’11 settembre 2001 un ente del Dipartimento della Difesa statunitense e la CIA stavano conducendo un’esercitazione basata sullo scenario di un attacco terroristico in cui un aeroplano immaginario proveniente dall’aeroporto Dulles International Airport di Washington si schiantava contro una delle quattro torri del campus di periferia del National Reconnaissance Office (*) (NRO) a Chantilly, nello stato della Virginia, solamente a pochi chilometri di distanza dal Pentagono. Il volo 77 dell’American Airlines, presumibilmente schiantatosi contro il Pentagono, era partito proprio da quell’aeroporto alle 8:20 del mattino di quell’11 settembre.

L’NRO annullò l’esercitazione quando il suo scenario divenne reale nella città di New York e al Pentagono; quasi tutti i tremila impiegati dell’NRO, ovvero coloro che fanno funzionare “l’occhio puntato sul cielo,” furono mandati a casa.

(*) Il National Reconnaissance Office (NRO) è l’ente del Dipartimento della Difesa statunitense che costruisce e gestisce i satelliti spia.


“UNA COINCIDENZA BIZZARRA”

Il governo statunitense dichiarò che fu una “coincidenza bizzarra” che l’NRO, un ente dei servizi segreti militari che lavora sotto la direzione del Dipartimento della Difesa statunitense e della CIA, aveva pianificato una esercitazione simulata che prevedeva il finto schianto di un “aeroplano-contro-un-edificio” la mattina di quell’11 settembre. “Si è trattato meramente di una coincidenza incredibile che lo scenario prevedesse lo schianto di un aeroplano contro la nostra struttura,” ha detto Art Haubold all’Associated Press nell’agosto 2002. “Abbiamo annullato l’esercitazione non appena sono iniziati gli eventi del mondo reale.”

In qualità di ente che gestisce i satelliti spia degli USA, il personale dell’NRO proviene dai militari statunitensi e dalla CIA. Quando tuttavia si sono verificati gli attacchi [dell’11 settembre], la maggior parte delle tremila persone che lavorano in quell’ente fu mandata a casa. Perché?

La notizia che l’ente di spionaggio avesse pianificato di eseguire una tale esercitazione è trapelata casualmente in un annuncio per una conferenza del Department of Homeland Security (*) a Chicago nel 2002. Un funzionario della CIA al quale era stato assegnato il ruolo di capo nella divisione strategica dell’NRO per le simulazioni di scenari, nel suo annuncio per promuovere l’intervento alla conferenza d John Fulton, pronunciava:

La mattina dell’11 settembre 2001, il signor Fulton e la sua squadra ... stavano eseguendo una simulazione pianificata in anticipo per esplorare le questioni della risposta alle emergenze che si sarebbero generate se un aereo avesse colpito un edificio. Non sapeva che quello scenario sarebbe diventato reale in modo drammatico proprio quel giorno.
(*) Il Department of Homeland Security (DHS) è un analogo statunitense del ministero degli interni in Italia, ndt.


FALLIMENTI CRITICI

Le domande più pressanti sul perché il sistema militare statunitense di difesa aerea non abbia intercettato i quattro aerei dirottati quell’11 settembre sono ovviamente di importanza cruciale. Il capitano May scrive che “perfino certi difensori della versione ufficiale dell’attentato dell’11 settembre chiamano [quell’attacco] il più grande fallimento del sistema di difesa nella storia statunitense.” Com’è possibile che l’aeronautica militare più moderna e costosa al mondo non abbia intercettato quattro aeroplani, tre dei quali girovagavano sfrenati per centinaia di chilometri prima di colpire edifici capisaldi della città di New York e di Washington? Perché il sistema di difesa aerea statunitense fu incapace di intercettare vari velivoli grossi e lenti prima che della nazione colpissero la città più estesa e la capitale? Se l’aeronautica militare statunitense non è in grado di intercettare aerei civili che avanzano a velocità relativamente lenta, come potrebbe mai essere in grado di fermare un’invasione di aerei da caccia ostili o un attacco di missili?

Queste domande cruciali non sono mai state sollevate dalle commissioni nominate dal governo USA, né dai mezzi di comunicazione di massa, i quali, tutti, hanno evitato di discutere la questione delle esercitazioni militari in corso quell’11 settembre. La notizia di queste esercitazioni fu riportata, è vero, ma la loro connessione ai disastri di quel giorno non è stata né discussa apertamente, né indagata.

Quattro mesi dopo l’attentato dell’11 settembre, il quotidiano Post-Standard di Syracuse, nello stato di New York, pubblicò un articolo di Hart Seely che riportava resoconti di prima mano da parte degli addetti ai radar militari del Northeast Air Defense Sector (NEADS) all’ex-base dell’aeronautica Griffiss Air Force Base a Rome, nello stato di New York. Quell’11 settembre, questi addetti ai radar erano gli occhi del sistema di difesa aerea statunitense per la parte orientale della nazione. Nell’articolo di Seely, il personale dell’NEADS spiega come l’esercitazione del North American Aerospace Defense (*) (NORAD) chiamata Vigilant Guardian [letteralmente, Guardia vigile], a cui parteciparono, creò confusione sistematica che impedì una risposta militare effettiva all’emergenza reale.

La confusione all’NEADS era evidente dal momento in cui furono informati del dirottamento di un aeroplano dai controllori di volo di Boston. Alle 8:38 del mattino, un controllore del traffico aereo telefonò al sergente Jeremy Powell all’NEADS per informarlo che uno degli aeroplani dirottati si stava dirigendo verso la città di New York:

“È la realtà o l’esercitazione?” chiese Powell. “No, non è un’esercitazione; non è una prova,” fu detto a Powell, secondo le trascrizioni riportate nel Rapporto della commissione sull’attacco dell’11 settembre.
(*) Il North American Aerospace Defense Command (NORAD), letteralmente, Comando di difesa aerospaziale del Nord America, è un ente degli USA e del Canada incaricato di sorvegliare lo spazio aereo di quelle nazioni.


“DEVE FAR PARTE DELL’ESERCITAZIONE”

L’articolo di Seely descriveva il contesto — e la confusione — all’NEADS:

Ore 6 del mattino: SIMULAZIONI DI GUERRA

La tenente colonnello Dawne Deskins aveva idea che sarebbe stata una giornata lunga. Quel giorno, l’11 settembre 2001, era il secondo giorno della Vigilant Guardian, un’esercitazione basata sullo scenario di una situazione di emergenza immaginaria per gli avamposti, in tutta la nazione, del North American Air Defense.
La simulazione sarebbe dovuta durare per tutta la settimana, e la Deskins, iniziando il suo turno di 12 ore al centro operativo come ufficiale addetta all’unità di controllo e di allarme al centro delle operazioni del NORAD, forse si sarebbe potuta trovare al centro della situazione. Il primo giorno della simulazione era trascorso lentamente; sperava che l’esercitazione accelerasse, così che una lunga giornata sarebbe trascorsa più velocemente.

Ore 8:40 del mattino: LA REALTÀ

Al centro operativo, tre file di schermi radar sono di fronte a un alto muro di monitor a schermo ampio. I supervisori vanno su e giù alle spalle dei tecnici che controllano gli strumenti. Qui, è sempre tranquillo, sempre scuro, tranne per il bagliore verde degli schermi radar. Alle 8:40 del mattino, la Deskins nota che Jeremy Powell, un tecnico superiore, fa un gesto con la mano; dice che il centro [operativo] di Boston è in linea, e segnala che è stato dirottato un aereo. “Deve far parte dell’esercitazione,” pensa la Deskins. In un primo momento, lo pensano tutti. Poi la Deskins vede accesa la luce-spia del telefono con la linea diretta per la Federal Aviation Administration (*) (FAA). Al telefono sente la voce di un militare di collegamento del centro operativo di Boston dell’FAA. “C’è un aereo dirottato,” le dice. Il volo 11 dell’American Airlines diretto a Los Angeles ha lasciato la sua rotta, e a quanto pare punta verso New York. L’ufficiale di collegamento dice che vuole in volo “alcuni caccia F-16 o qualcosa del genere,”

Quarantuno minuti prima, il volo 11 era decollato dall’aeroporto Logan Airport con 81 passeggeri a bordo, e da 27 minuti aveva smesso di rispondere ai controllori di volo a terra. La Deskins chiede quale sia l’ultima posizione del volo 11, e un operatore la visualizza su uno schermo. Il volo 11 non c’era. In quell’aereo qualcuno aveva spento il transponder, il dispositivo che permette ai controllori di volo a terra di identificare gli aerei. Il centro operativo di Boston poteva ancora seguirlo sul radar principale, ma gli operatori a Rome avevano grandi difficoltà a ritrovarlo nel groviglio di echi radar sui loro schermi. Dirigiamo noi l’intercettazione dell’aereo, ha detto alla Deskins l’agente di collegamento; basta che mandiate qualcuno lassù. La Deskins si precipita per le scale alla postazione di guerra, dove riporta la notizia dell’aereo dirottato — e che si tratta della realtà, non di una simulazione.
ADDETTI AI RADAR DELLA NEADS – Questi erano i sistemi radar militari e il personale che l’11 settembre erano confusi a causa della simulazione Vigilant Guardian. Osama bin Laden, in una caverna in Afghanistan, e i diciannove ritirati da una scuola di volo sapevano che ci sarebbe stata questa simulazione e hanno violato i sistemi informatici militari manipolando i sistemi radar per aumentare la confusione? A farlo sono stati coloro che veramente hanno perpetrato l’attacco dell’11 settembre.
(*) La Federal Aviation Administration (FAA) è l’ente statunitense incaricato di regolare e sovrintendere a ogni aspetto dell’aviazione civile, incluso il controllo del traffico aereo.


NON È UNA SIMULAZIONE

La cosa più peculiare è che questo articolo istruttivo di Seely sulla confusione tra gli operatori radar militari del NEADS non è mai stato ripubblicato o citato da nessun quotidiano nazionale degli Stati Uniti. Il New York Times, per esempio, non ha mai nemmeno citato l’esercitazione della difesa aerea Vigilant Guardian che ha contribuito alla confusione all’origine del fallimento da parte dei militari di proteggere la città di New York quel’11 settembre.

Stranamente, in tutti i quotidiani e le riviste nazionali degli Stati Uniti, la Vigilant Guardian è stata menzionata solo una volta, molto brevemente, in una recensione del Washington Post sul Rapporto della commissione sull’attacco dell’11 settembre. La recensione iniziava così: “Se il Rapporto della commissione sull’attacco dell’11 settembre fosse stato un romanzo, nessuno ci avrebbe creduto. La storia è troppo inverosimile.”

Il Washington Post ha solo menzionato la Vigilant Guardian citando “una nota a piè pagina poco notata” del rapporto:

“Quando i funzionari della FAA hanno capito (in ritardo) che gli aerei erano stati dirottati, non potevano più tenerli sotto osservazione o decidere cosa fare. Il vice-presidente crede di aver dato l’ordine di abbattere gli aerei civili, ma i piloti dei caccia in volo non l’hanno ricevuto. Il comando militare incaricato della difesa aerea non sapeva se fosse un’esercitazione o un evento reale. Incredibilmente, secondo una nota a piè pagina poco notata del rapporto: «L’11 settembre il NORAD aveva in programma un’esercitazione militare, la Vigilant Guardian, che si basava sullo scenario di un attacco di un bombardiere da parte dell’ex-Unione Sovietica.»”

È ovvio che la Vigilant Guardianconfuse i militari poiché simulava dirottamenti e, secondo quanto riportato, faceva parte dell’esercitazione l’inserimento di falsi “segnali radar aggiunti per la simulazione,” ovvero tracce radar di aeroplani inesistenti. Questa è la ragione per cui inizialmente la Deskins e altri non erano certi se i rapporti che parlavano di aerei dirottati descrivevano “la realtà” o l’esercitazione.

“La prima cosa che mi è passata per la testa è stata: «Fa parte dell’esercitazione?»” ha dichiarato all’ABC News il maggior generale [nel testo, Major General] dell’aeronautica militare Larry Arnold, che si trovava al centro di comando alla base dell’aeronautica militare Tyndall Air Force Base nella Florida. “Si tratta di una qualche sorta di pasticcio?”

L’incapacità delle forze armate di reagire efficacemente ai dirottamenti dell’11 settembre 2001 è stata causata, evidentemente, almeno in parte, dall’esercitazione del NORAD. Il fatto che un’esercitazione simile, basata sullo scenario di un aereo militare che colpiva una struttura militare vicino al Pentagono, fosse stata prevista per la mattina di quell’11 settembre, indica che le esercitazione militari coordinate al computer hanno avuto un ruolo chiave negli attacchi terroristici che sono accaduti nella realtà.

Quale ruolo hanno avuto le esercitazioni militari negli attacchi terroristici dell’11 settembre, come e da chi questi aerei sono stati dirottati sono le domande alle quali bisogna rispondere e che tratteremo in un capitolo successivo.


LA CATASTROFE DELL’ESTONIA

L’inspiegabile naufragio nel mar Baltico del traghetto Estonia sulla rotta Tallinn - Stoccolma, avvenuto nel tardo settembre 1994, è la terza catastrofe gigantesca (sebbene non in ordine cronologico) avvenuta nel contesto di un’esercitazione militare. Il giorno prima di affondare, l’Estonia è stata anch’essa teatro di una esercitazione anti-terrorismo il cui scenario prevedeva un attentato dinamitardo a quella nave. Guardando tutte le attrezzature militari della NATO che sono state raggruppate nelle vicinanze e l’esercitazione anti-terrorismo che era appena stata condotta su quella nave, la scena era stata preparata e gli attori erano stati messi al loro posto per ciò che è risultato essere un disastro reale. Il disastro marittimo dell’Estonia è stato il peggiore in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Tragicamente si sa che nell’affondamento dell’Estonia avvenuto nelle prime ore del 28 settembre 1994, sono morte 852 persone; i morti però potrebbero essere stati più di 1.000 se, come è stato riferito, circa 150 curdi iracheni erano stati imbarcati clandestinamente per la Svezia in uno degli autocarri sul ponte per le vetture. Molte persone sono morte nelle acque gelide del mar Baltico aspettando le barche e gli elicotteri di salvataggio arrivati troppo tardi. Più di novanta corpi sono stati recuperati dalle zattere di salvataggio.

LE VITTIME — I corpi di alcune vittime del naufragio dell’Estonia recuperati nel mar Baltico.

L’ESERCITAZIONE DI “RICERCA E SOCCORSO” DELLA NATO

Anche se la cosa è menzionata raramente, la catastrofe dell’Estonia è avvenuta nel primo giorno dell’esercitazione navale della NATO della durata di 10 giorni denominata Cooperative Venture 94, per la quale più di 15 navi e “un certo numero di aerei marittimi” erano preparati a effettuare alcune “operazioni umanitari di ricerca e di soccorso” nelle acque circostanti. L’esercitazione della NATO, che ha coinvolto 10 stati membri della NATO e quelle nazioni baltiche “socie” che sono la Russia, la Svezia, la Polonia, e la Lituania, è stata allestita nello stretto di Skagerrak, tra la Danimarca, la Svezia, la Norvegia, e il mare di Norvegia, stando a quanto dichiarato dalla NATO in un comunicato stampa sulle sue manovre del 16 settembre 1994.

Le nazioni della NATO che parteciparono a questo esercizio sono state il Belgio, il Canada, la Danimarca, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Norvegia, la Spagna, il Regno Unito, e gli Stati Uniti, e secondo i comunicati stampa della NATO, furono mandati molti altri alleati e soci come osservatori dell’esercitazione.

Il fatto che l’Estonia affondò mentre sottomarini, navi, aerei, militari, e satelliti di quattordici nazioni si preparavano a iniziare la loro simulazione di dieci giorni di “operazioni di ricerca e soccorso” nelle acque a largo della costa svedese, solleva numerosi interrogativi ovvi che meritano una risposta:

La NATO, se aveva radunati 15 navi e un certo numero di aerei pronti a condurre una “operazione di ricerca e soccorso,” perché non ha dato una mano alle operazioni di salvataggio delle vittime della catastrofe dell’Estonia nella prima mattinata? Gli elicotteri di soccorso svedesi erano mal preparati e mal attrezzati, il che ha provocato un ritardo fatale per coloro che erano in attesa di essere salvati.

SCIALUPPA DI SALVATAGGIO DELL’ESTONIA — Molte vittime del naufragio dell’Estonia sono morte per essere rimaste all’addiaccio e per il ritardo delle operazione di soccorso. Delle 852 vite perse, solamente 94 corpi sono stati recuperati. Una lista completa dei morti si trova qui.

“C’erano elicotteri di salvataggio o altri velivoli appositamente attrezzati, che avrebbero potuto aiutare?,” ha scritto Drew Wilson, autore di The Hole [letteralmente, La falla] (2006), un libro sulla catastrofe dell’Estonia. “I sopravvissuti che non sono morti di ipotermia mentre galleggiavano su barche rovesciate o su detriti galleggianti nelle acque gelate hanno atteso dalle quattro alle sei ore prima di essere salvati. Il personale della NATO addetto alla ricerca e al salvataggio e le relative attrezzature avrebbe potuto salvare qualche vita. Il naufragio è avvenuto a meno di un ora di volo; perché non hanno reagito all’emergenza? Che cosa è successo?”

I fatti indicano anche che i segnali di SOS lanciati dall’Estonia erano stati disturbati intenzionalmente con interferenze [ovvero sottoposti a jamming, ndt], al pari di tutte le comunicazioni radio della regione. “Una serie di mal funzionamenti nei sistemi di comunicazione regionali, avvenuti tutti contemporaneamente nello momento esatto in cui il traghetto affondava, suggerisce il coinvolgimento dei militari o dei servizi segreti,” ha scritto Wilson in The Hole. “Il segnale di SOS è stato bloccato intenzionalmente? In caso affermativo, perché?”

Wilson ha scritto: “Durante il sinistro le comunicazioni in tutta la parte settentrionale del mar Baltico sono state oscurate.” Come documenta Wilson, il canale 16 in VHF, il canale internazionale per gli SOS, e il canale 2182, erano stati bloccati. “Pare che durante l’incidente ci fosse stato l’oscuramento dei segnali di tutte le comunicazioni radio nella zona della costa meridionale della Finlandia.”

“Werner Hummel, un investigatore tedesco, ha detto che il suo gruppo aveva una documentazione che dimostrava che la rete telefonica locale che copre il luogo del disastro era guasta, proprio quando ce n’era più bisogno. Quel malfunzionamento è stato veramente una coincidenza incredibile. La compagnia telefonica ha dichiarato che la sua intera rete di comunicazione radio era in panne, per motivi sconosciuti, dall’1 del mattino all’1:58 del mattino, quasi esattamente nel momento in cui l’Estonia è andata incontro ai suoi primi problemi, prima di sparire dai radar.”

Le unità di comunicazione della NATO pronte per un’esercitazione di “ricerca e soccorso” non hanno intercettato i segnali di richiesta d’aiuto lanciati dall’Estonia? La NATO, con i suoi mezzi di sorveglianza aerea e satellitare posizionati nel mar Baltico, sicuramente doveva sapere chi oscurava i segnali di SOS. Perché queste informazioni sono state mantenute segrete dal 1994?

Oscurare i segnali di SOS e i segnali di chiamate d’emergenza è una violazione del diritto internazionale. Perché questo crimine non è stato indagato? L’oscuramento intenzionale dei segnali di richiesta di soccorso provenienti dall’Estonia indica la complicità in un omicidio di massa.

“Le esercitazioni navali sono pianificate in modo da essere quanto più possibile realistiche,” scrive Oliver Schmidt, autore di The Intelligence Files: Today’s Secrets, Tomorrow’s Scandals [letterlmente, I documenti dei servizi segreti: segreti di oggi, scandali di domani]. Qual è stato lo scenario di “ricerca e soccorso” dell’esercitazione Cooperative Venture 94 dalla NATO, guidata per mare dal comandante dei sottomarini olandesi Gijsbert Goofert Hooft?

Ho inviato a Robert Pszczel, l’addetto stampa della NATO per le questioni baltiche, una serie di domande pertinenti la reazione della NATO alla catastrofe dell’Estonia:

Le NATO aveva qualche attrezzatura navale nel mar Baltico la notte tra il 27 e 28 settembre 1994, e che cosa ha fatto subito dopo il disastro dell’Estonia?

La NATO captò il segnale SOS inviato (e oscurato) dall’Estonia?

Perché la NATO non ha fornito assistenza nonostante l’urgente necessità di trovare centinaia di persone assiderate sulle zattere di salvataggio?

Qual è stato lo scenario dell’esercitazione della NATO di ricerca e recupero?

Nonostante le telefonate e gli scambi di messaggi di posta elettronica con l’ufficio stampa al quartier generale della NATO, Robert Pszczel non ha risposto a nemmeno una domanda sulla reazione della NATO alla catastrofe dell’Estonia. Drew Wilson ha incontrato lo stesso muro di silenzio alla NATO quando ha chiesto informazioni sull’Estonia per il suo libro The Hole. Se la NATO avesse una spiegazione accettabile per la sua mancata reazione al peggior disastro marittimo in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, perché non è disposta a fornirla?

AEROPLANI AWAC DELLA NATO IN NORVEGIA — La NATO aveva quattordici navi, sottomarini, aerei, e militari degli Stati Uniti, Europa, Svezia, e Russia riuniti vicino al luogo del naufragio dell’Estonia, il più grave disastro marittimo in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Lo scopo dell’esercitazione della NATO comprendeva operazioni di “ricerca e salvataggio”; ciò nonostante quando questa catastrofe è avvenuta, la NATO non ha fatto nulla per dare una mano. Perché? Che cosa stava facendo la NATO di più importante del salvare la vita dei suoi cittadini? Perché nemmeno ne parla?

LE ESERCITAZIONI DINAMITARDE SUL TRAGHETTO ESTONIA

Il traghetto Estonia è stato oggetto di minacce di attentati dinamitardi e ha partecipato ad almeno due esercitazioni anti-terrorismo nel 1994, una a febbraio e l’altra proprio il giorno prima di affondare.

Il 2 febbraio 1994, l’Estonia è stata oggetto di un’importante esercitazione in cui si simulava un attentato dinamitardo, condotta con l’RITS, il servizio marittimo svedese antincendio e di salvataggio, e con la polizia di Stoccolma. Quest’ultima aveva chiesto di partecipare all’esercitazione e di utilizzare unità cinofile anti-esplosivi per trovare le bombe. Lo scenario della simulazione prevedeva “bombe” collocate nella sauna e nella piscina del ponte più basso, sotto la linea di galleggiamento a prua. Un’altra “bomba” era collocata nella zona notte sul primo ponte, anch’essa al di sotto della linea di galleggiamento.

Secondo lo scenario dell’esercitazione anti-terroristica prevista per l’Estonia, gli esplosivi nella sauna sarebbero dovuti essere trovati dai cani, mentre la seconda “bomba” sarebbe dovuta esplodere. Lo scopo di questa esercitazione anti-terroristica era l’addestramento dell’equipaggio della nave, includendo anche il trasporto, con elicotteri dalla costa alla nave, degli esperti di terrorismo e delle unità cinofila anti-esplosivi della polizia. Nella simulazione le “bombe” erano programmate per esplodere a metà strada tra la costa estone e quella svedese, e si è trattato proprio del luogo in cui la nave è affondata nel settembre 1994, dopo un’esercitazione simile alla simulazione di una minaccia di un attentato dinamitardo.

Al momento dell’affondamento dell’Estonia, si era conclusa da poco un’altra simulazione di attentato dinamitardo a bordo della nave. In effetti I superstiti del naufragio hanno detto di aver udito due esplosioni enormi, immediatamente prima che la nave si inclinasse a tribordo. Diversi membri dell’equipaggio hanno testimoniato di aver sentito l’allarme antincendio in codice, “Il signor Skylight al n°1 e al n°2,” annunciato dal sistema di diffusione generale del traghetto, alle ore 1 e 2 minuti circa del mattino, dopo che la nave si era inclinata severamente. Si tratta proprio del messaggio per l’equipaggio utilizzato durante l’esercitazione precedente del febbraio 1994 che simulava un attentato dinamitardo. “Il signor Skylight” era stato un segnale che chiedeva ai vigili del fuoco di raggiungere le loro postazioni n°1 e n°2 e prepararsi a limitare i danni. Il fatto che sia stato dato questo allarme in codice indica c’erano stati danni provocati da un incendio o da un’esplosione che richiedevano attenzione immediata. Il traghetto è affondato in trenta minuti.

La testimonianza dei sopravvissuti, oltre al fatto che la nave affondò molto rapidamente, suggeriscono fortemente che siano stati utilizzati esplosivi per aprire una grossa faglia nello scafo sotto la linea di galleggiamento. Al momento del naufragio dell’Estonia i poliziotti svedesi, che avevano appena partecipato all’addestramento che prevedeva una simulazione di allarme per un attentato dinamitardo a bordo del traghetto, stavano ritornando a casa; sono sopravvissuti solo 7 dei 70 poliziotti.

IL TRAGHETTO ESTONIA — Il traghetto trans-Baltico Estonia è affondato in meno di 30 minuti dopo che due esplosioni hanno fatto tremare la nave nel mezzo della notte. Un’esercitazione che prevedeva lo scenario di un attentato dinamitardo simulato si era appena concluso il giorno prima, a bordo di quella nave. Al momento del naufragio questo traghetto passeggeri stava trasportando materiale militare sovietico di contrabbando. I funzionari di alto rango alla dogana svedese erano consapevoli del carico delicato e illegale che metteva a rischio quel traghetto. È questo il motivo per cui sono tanto dediti a proteggere le menzogne su quell’affondamento?

Fonti e letture consigliate

ABC News, “Terror Hits the Towers: How Government Officials Reacted to Sept. 11 Attacks,” 14 settembre 2002 [letteralmente, Il terrorismo colpisce le torri: come i funzionari di governo hanno reagito agli attacchi dell’11 settembre]
s3.amazonaws.com/911timeline/2002/abcnews091402.html

Bollyn, Christopher, “Mysterious Middle Eastern Connection with Weapons Smuggling on Estonia,” 2 dicembre 2005 [letteralmente, La misteriosa connessione mediorientale con il traffico di armi sull’Estonia]

Bollyn, Christopher, “Seismic Evidence of Underground Explosions Causing WTC Collapse,” 28 agosto 2002 [letteralmente, Prove sismiche indicano che il crollo del World Trade Center è stato provocato da esplosivi collocati nel sottosuolo] [disponibile anche nel sito internet di Eric Hufschmid, qui , ndt]

Bollyn, Christopher, “Was the NRO’s 9/11 Drill Just a Coincidence?,” 1° novembre 2002 [letteralmente, L’esercitazione dell’NRO l’11 settembre 2001 era meramente una coincidenza?]
rumormillnews.com/cgi-bin/archive.cgi?read=25255

Emigh, Jacqueline, “GPS on the Job in Massive World Trade Center Clean-Up,” 1° luglio 2002, SecuritySolutions.com [letteralmente, Tracciatori GPS al lavoro nella gigantesca operazione di ripulitura del World Trade Center] securitysolutions.com/ar/security_gps_job_massive/index1.html

Holtappels, dott. Peter e Hummel, capitano. Werner, Il rapporto investigativo sull’Estonia compiuto da un gruppo di esperti tedeschi, capitolo 27, “The Diving Investigation,” 1999 [letteralmente, L’immersione investigativa]
estonia.xprimo.de/estonia%20final%20report/chapter27.htm

Holtappels e Hummel, sezione 7.3, “Safety Organisation” [letteralmente, L’organizzazione addetta alla sicurezza], in particolare 7.3.4, “Training and Drills” [letteralmente, Addestramenti ed esercitazioni] e il riassunto dell’RITS sull’esercitazione sull’Estonia, 2 febbraio 1994
estonia.xprimo.de/estonia%20final%20report/7.3.htm

J7: The July 7th Truth Campaign, “Peter Power Dorset Police Suspension & the DPP File,” 7 febbraio 2008 [letteralmente, La sospensione di Peter Power da parte della polizia di Dorset e il fascicolo del Director of Public Prosecution] julyseventh.co.uk/j7-exclusive-peter-power-dorset-police-suspension.html

J7: The July 7th Truth Campaign, “The 7/7 Terror Rehearsal” [letteralmente, La prova generale dell’attentato terroristico del 7 luglio]
julyseventh.co.uk/july-7-terror-rehearsal.html

Kaskel, Helje, M/S Estonia — List of the Dead and Missing, Estonia Litigation  Association [letteralmente, Motonave Estonia — Lista delle persone decedute e scomparse]
elaestonia.org/sea/index.php

May, capitano Eric H., “False Flag Prospects, 2008 — Top Three US Target Cities,” 23 febbraio 2008 [letteralmente, Prospettive per gli attentati a bandiera falsa, 2008 — Le tre città degli Stati Uniti con la più alta probabilità di essere un bersaglio]
thepriceofliberty.org/08/02/25/may.htm

National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States, 9/11 Commission Staff Statement No. 17, 17 giugno 2004 [letteralmente, Commissione nazionale sugli attacchi terroristici agli Stati Uniti, affermazione n°17 dei membri della commissione sull’attacco dell’11 settembre]
msnbc.msn.com/id/5233007

NATO Press Release (94)82, “Exercise Cooperative Venture 94,” 16 settembre 1994 [letteralmente, L’esercitazione Cooperative Venture 94]
nato.int/docu/pr/1994/p94-082.htm

Schmidt, Olivier, The Intelligence Files: Today’s Secrets, Tomorrow’s Scandals, capitolo 9, “The Sinking of the Kursk and «Retired» US Navy Spy Edmond Pope,” ADI, 2005 [letteralmente, I documenti dei servizi segreti: segreti di oggi, scandali di domani / L’affondamento del Kursk e la spia «in pensione» della marina militare statunitense Edmond Pope]

Seely, Hart, “Untold Stories: «We were suddenly no kidding under attack»,” Post-Standard, Syracuse, NY, 20 gennaio 2002 e The Patriot-News, Harrisburg, Penn., 3 febbraio 2002 [letteralmente, Le storie non raccontate: «Eravamo improvvisamente sotto attacco, non scherzo»]
rumormillnews.com/cgi-bin/forum.cgi?noframes;read=117242

Wilson, Drew, The HoleAnother Look at the Sinking of the Estonia Ferry on September 28, 1994, Diggory Press, Cornwall, UK, 2006 [letteralmente, La faglia — Un’altra analisi del naufragio del 28 settembre 1994 del traghetto Estonia]


Importante:

Christopher Bollyn e famiglia sono MIA (*)

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Nota: non so che fine facciano i soldi che donate a Bollyn, sia direttamente, che acquistando il suo libro! Christopher scriveva articoli gratis, finanziandosi con la vendita del suo libro per bambini ABC book e con le donazioni. Il suo bellissimo ABC book è descritto qui .

Fate circolare i collegamenti telematici ai suoi articoli e cercate di trovare più persone che si uniscano a noi nella nostra lotta per esporre la corruzione. Non permettere “loro” di eliminarci tutti! Mostrate che tutto ciò vi importa!

(*) MIA, ovvero “Missing in Action,” si traduce in “disperso in un’azione di guerra.”